Il New York Times ed il Washinhton Post ci vanno giù duri nei confronti di Hillary Clinton, candidata democratica alla Casa Bianca per le Presidenziali 2016, e non le risparmiano commenti al vetriolo. Lo scandalo che ha travolto la donna si è svelato in due step successivi. Prima si è scoperto che la Clinton, quando era Segretario di Stato, utilizzava per le sue mail, oltre all'indirizzo ufficiale della Casa Bianca, anche un indirizzo privato. Questo è un reato negli Usa. Tutti coloro che hanno cariche di Governo o occupano posti di rilievo nell'amministrazione americana, sono tenuti per ragioni di sicurezza e trasparenza, così come prevede la "Federal Records Act", ad utilizzare esclusivamente la posta elettronica con dominio dello Stato per permettere controlli e verifiche parlamentari e per permettere l'archiviazione corretta al fine di rendere disponibile in futuro qualsiasi controllo.

Come riportato su La Repubblica del 05 Marzo 2015, la Clinton ha fatto una cosa illegale e in questo modo ha prestato il fianco agli attacchi dei Repubblicani che lanciano accuse pesanti sul fatto che lei avesse qualcosa da nascondere se scriveva su mail private piuttosto che su quelle statali, le quali teoricamente non si possono distruggere e sono a disposizioni di tutti. Insomma, come Bill Clinton ai tempi enllo scandalo Lewinsky, Hillary si dimostra il peggior nemico di se stessa. Lo scandalo, poi, si allarga ancora di più e si scopre che l'indirizzo privato utilizzato in realtà risiede su una piattaforma "privata" che fisicamente si trova in casa dei Clinton. E' una prassi assolutamente inusuale per un funzionario statale ma che garantiva alla Clinton il completo controllo di tutte le sue comunicazioni via mail.

Quindi la possibilità di distruggerle e renderle indisponibili a chiunque. La stampa americana si è scatenata e le domande si rincorrono: perché una politica così esperta sarebbe scivolata su una buccia di banana così facilmente individuabile come l'utilizzo di mail private nell'esercizio delle sue funzioni governative? Perché voler sfuggire ai controlli di sicurezza e di legalità federali?

Cosa aveva da nascondere la Clinton nei suoi scritti? Ed infine, perché, non ha fornito subito una giustificazione sufficiente per spiegare il tutto? Nel frattempo un imbarazzato portavoce della Casa Bianca ha cercato di tappare le falle dello scandalo, ma al momento non ha potuto fare molto. In attesa della versione di Hillary, le voci sulla sua incandidabilità aumentano.