La data per le elezioni comunali e regionali si avvicina ed i partiti sono nel pieno della propaganda elettorale. In parlamento la polemica è molto aspra per l'approvazione della legge elettorale "Italicum". Ognuno tira fuori dal cappello il suo cavallo di battaglia con cui sovrastare l'avversario, sempre più indomito. Si scontrano in prevalenza, i partiti, sui temi economici che sono alla base delle nostre principali difficoltà: troppe tasse. Ciascuno pensa di avere la soluzione giusta in tasca, per risolvere il problema nel modo migliore. Intanto dai sondaggi pubblicati da Il Fatto Quotidiano del 25 aprile 2015 eseguiti dall'istituto Delos viene fuori un dato impressionante: a Bologna l'astensionismo oltrepassa il 70%.

Mentre dai sondaggi SWG pubblicati dallo stesso periodico emerge un avanzamento di M5S e di Forza Italia ed un arretramento del PD e Lega. La lotta politica diventa sempre più importante, perchè nell'aria c'è qualcosa che porterà ad un nuovo quadro politico destinato a durare nel tempo, con nuovi scenari. Gli elettori non si fidano più delle chiacchiere e vogliono progetti chiari, condivisi e plausibili, senza demagogia. Progetti insomma entro i paletti che ci impone la nostra situazione economica reale.

Occorre stimolare e coinvolgere l'Europa per trovare soluzioni adeguate per il lavoro, in primo piano e per aiutare lo sviluppo in quei paesi dell'unione in cui si avverte la crisi, in modo più marcato.

In questo mondo globale è necessario andare avanti insieme con un programma comune. Gli sforzi della politica monetaria europea, a breve, dovrebbe portare dei benefici, visto che la finalità è quella di rendere competitive le nostre merci, con conseguenti esportazioni, ed aumenti di assunzioni nel mondo del lavoro. In Italia, sempre in primo piano il problema migranti provenienti dall'Africa che crea non pochi disagi.

L'accoglienza è dovuta, trattandosi di popoli che fuggono dalla fame e dall'orrore. Dobbiamo continuare ad accoglierli. Non ci sono motivi, anche con tutte le nostre difficoltà, per negare a quei popoli un aiuto così importante.