La sentenza della Corte Costituzionale divulgata il 30 aprile, se da una parte ha ingenerato aspettative da parte dei pensionati, dall'altra è stata una scure sul governo che si trova messo di fronte ad una nuova emergenza finanziaria: reperire un tesoretto di 10 miliardi per il quadriennio dal 2012 al 2015 più altri sette miliardi per il 2016 e 2017. Una beffa per la classe di governo che invece è stata sempre orientata a far cassa proprio sulle Pensioni. La norma che è stata dichiarata illegittima è il blocco della rivalutazione delle pensioni in base al costo della vita per gli importi superiori a 2/3 il minimo da 2 anni.

Perché l'accusa di incostituzionalità

Il conclave presieduto da Alessandro Criscuolo è intervenuto sulla legittimità della famigerata riforma Fornero rilevandone l'incongruenza con due importanti articoli della Costituzione: l'art. 36 e l'art.38. L'articolo 36 obbliga al rispetto della dignità di vita delle persone chiedendo che le retribuzioni garantiscano "una vita libera e dignitosa" e questo vale anche per le pensioni che sono una retribuzione differita, cioè vengono compensate successivamente al periodo di lavoro. Sulla stessa linea si pone l'articolo 38 che ribadisce il dovere del governo di fornire ai lavoratori i mezzi necessari per una esistenza adeguata. Quindi la Corte Costituzionale ha sollevato un'importante questione: lo Stato deve tutelare i diritti sociali sui quali si costruisce la dignità umana.

Vero è che la Corte ha posto anche un margine di intervento concedendo differenziazioni nella restituzione del bene tolto per cui è molto probabile che il ricalcolo non toccherà le pensioni più ricche. Ma resta lo spirito umanitario da cui ha preso spunto.

Polemiche sul ritardo della sentenza

La sentenza è stata depositata il 30 aprile scorso, dopo due anni dall'entrata in vigore del provvedimento sulle pensioni.

Il governo si è trovato impreparato a gestire il reclamo che rischia di far saltare l'equilibrio dei conti pubblici oltre che riportare sull'Italia lo sguardo di falco dell'Europa. E poi ci sono i pensionati che hanno visto ancora una volta l'erosione del compenso di una vita di lavoro. Sono scattate le polemiche sul ritardo oltre alle perplessità circa l'attività di una corte che giudica sempre a latere.

Un'altra critica si è appuntata sul fatto che il giudizio è passato con un solo voto di maggioranza e si è avvertita una curvatura politica intralciante. La Corte Costituzionale svolge un importante ruolo di controllo sugli interventi del Parlamento dal 1957, cercando di evitare le possibili derive. La riflessione sulla riforma delle pensioni è scattata in seguito al sollevamento delle pregiudiziali di costituzionalità sulla stessa dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna e della Liguria. Ma già cinque anni fa la Corte aveva lanciato un monito al governo avvertendo del pericolo di infrazione delle norme costituzionali seguitando a intervenire sulla previdenza sociale. L'istituzione ha più volte ripreso i politici: le esigenze di bilancio non possono essere scontate dai diritti sociali.