A poco meno di 48 ore dal voto in programma domenica 31 maggio 2015 per le elezioni amministrative ed in particolare delle regionali, cresce l'attesa nei partiti e tra i candidati governatori e consiglieri, per un risultato che comunque avrà inevitabilmente ripercussioni sul governo, sulla maggioranza e sui rapporti di forza in parlamento all'interno dei partiti. Al momento, delle sette regioni chiamate al voto, il centrosinistra ne governa cinque: Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Puglia, mentre il centrodestra governa in Veneto e in Campania.

Regioni Rosse

Di queste sette sfide, cinque sembrano avere un finale già scritto; Toscana, Umbria e Marche che insieme all'Emilia Romagna sono definite "Regioni Rosse", rispetteranno la tradizione ed eleggeranno alla carica di governatore un candidato del Partito democratico resta da vedere solo il divario con il secondo classificato che in una di queste regioni potrebbe anche essere del Movimento 5 Stelle.

Puglia e Veneto

Anche in queste due regioni la sfida sembra essere finita prima di iniziare, Michele Emiliano ex-sindaco di Bari sarà il successore di Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia. Oltre al notevole consenso personale, potrà contare anche sulla disintegrazione del centrodestra locale che presenta due candidati: Francesco Schittulli sostenuto da Fratelli d'Italia e dai fuorisciti di Forza Italia capeggiati dall'Eurodeputato Raffaele Fitto, e Adriana Poli Bortone che potrà contare sull'appoggio del partito di Silvio Berlusconi oltre alla lista Noi con Salvini.

Anche in Veneto l'esito finale della competizione sembra essere scontato; la candidatura di Flavio Tosi sindaco di Verona ed ex leghista, non costituirà un problema per l'uscente Luca Zaia che verrà riconfermato alla guida della regione per i prossimi cinque anni. Niente da fare dunque per Alessandra Moretti (Pd), che nella prima fase della campagna elettorale, sembrava poter ottenere una vittoria di portata storica.

Regioni in bilico

L'attenzione della notte elettorale si focalizzerà principalmente sull'esito delle elezioni in Campania e Liguria. Nel primo caso, il presidente uscente Stefano Caldoro (Forza Italia), è in lotta aperta per la riconferma; in questa regione i sondaggi non hanno mai dimostrato la schiacciante prevalenza di un candidato sugli altri, e la polemica sugli impresentabili e soprattutto sulla possibile ineleggibilità di De Luca rischia di essere fatale al candidato democratico. Ancora più imprevedibile la vicenda ligure in cui a dividersi è stato il centrosinistra che presenta Raffaella Paita (Pd) e Luca Pastorino (ex Pd molto vicino a Pippo Civati), ad approfittarne potrebbe essere il Giovanni Toti, candidato sostenuto da Forza Italia e Lega Nord. In questa regione inoltre la legge elettorale vigente consente solo alla coalizione che superi il 35% di ottenere il premio di maggioranza, e tutti i candidati sono lontani da questa soglia; da non sottovalutare in questa competizione il Movimento 5 Stelle dato in forte ascesa.