Si riaccende lo scontro tra Governo e Sindacati in materia di istruzione. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi attacca i sindacati durante un'iniziativa pubblica per sostenere il candidato governatore del centrosinistra nelle Marche, Luca Ceriscioli. Le sue dichiarazioni riguardano il ddl scuola modificato recentemente e che ieri sera ha superato l'esame della commissione Cultura della Camera: "La riforma non è intesa come prendere o lasciare, è inaccettabile però che le cose restino così", ha dichiarato la ministra. La replica della Cgil, tuttavia, non è tardata ad arrivare: "La dichiarazione della ministra Boschi conferma l'arroganza del Governo ed il disprezzo che ha verso democrazia.

La Scuola non è dei sindacati né proprietà privata del governo. Il problema principale sono le scelte sbagliate che si stanno attuando". Pronte anche le critiche da parte delle opposizioni e della minoranza Pd che, tramite le parole di Stefano Fassina, accusano l'esecutivo di atteggiamenti similari all'ex ministro Gelmini quando era a capo del Miur nel 2008.

Così a 9 giorni dall'approdo alla Camera del testo della riforma, il distacco delle posizioni aumenta, ed in tanti, sindacati ma anche partiti di opposizione come M5S e Sel, annunciano proteste. Punto e accapo, si ricomincia. Il 19 maggio il ddl arriva in aula ed entro il 15 giugno dovrebbe ricevere l'approvazione al Senato e il ministro Giannini spera che "Il prossimo anno scolastico si migliora con la Buona Scuola".

La Boschi, durante l'iniziativa pubblica, ha provato ad elencare i miglioramenti che la riforma dovrebbe portare dichiarando che "Il ruolo del dirigente è stato attenuato, mantenendo la sua autonomia nell'individuazione dell'insegnante più adatto per la loro scuola e nel Piano dell'offerta formativa vengono coinvolti anche i ragazzi più grandi, le famiglie e gli stessi docenti".

Si procede a testa bassa, quindi, con il dissenso di tutti a cominciare da Sel: "La scuola pubblica italiana appartiene al nostro Paese e grava sulle spalle degli insegnanti italiani, che con i loro sacrifici e la loro passione la portano avanti", dice Vendola. Mentre i parlamentari 5 Stelle annunciano battaglia: «Alle proteste del mondo della scuola nei prossimi giorni si aggiungeranno anche le nostre perché, contro questa riforma, la disubbidienza è un atto di civiltà».