Per la procura di Palermo quel fascicolo non esiste mentre l'Espresso è certo delle rivelazioni che ha fatto: l'intercettazione telefonica tra Rosario Crocetta e Matteo Tutino esiste e, aggiunge il settimanale, alle forti parole che sarebbero state pronunciate dal chirurgo - "(Lucia Borsellino) va fatta fuori, come suo padre" - sarebbe seguito il silenzio del governatore della Regione Sicilia. Crocetta, dal canto suo, sostiene di non aver mai udito una frase del genere. "Parlava male della Borsellino, è vero" spiega il governatore.
Avesse sentito Matteo Tutino augurare all'ex assessore Lucia Borsellino "di fare la stessa fine del padre", continua, non sarebbe certo stato zitto.
L'autosospensione
Intercettato o meno, la bufera che si è abbattuta su Rosario Crocetta - dopo l'arresto del suo chirurgo di fiducia e le dimissioni di ben tre assessori (tra cui la stessa Borsellino, ora ex assessore della Sanità siciliana) - ha portato il governatore all'autosospensione (non ancora formalizzata, però). Quella di ieri è stata una giornata di colpi di scena, smentite, conferme e silenzi a cui sono subito seguiti i commenti della classe politica italiana, che ha fin da subito mostrato solidarietà a Lucia Borsellino.
Quindi, se Crocetta dovesse confermare l'autosospensione, a guidare la Regione Sicilia sarà Baldo Guicciardi, neo assessore alla Sanità nominato dopo le recenti dimissioni della Borsellino.
"Il giorno più brutto della mia vita"
Il governatore ha commentato in lacrime, dicendo che quello di ieri è stato il giorno più brutto della sua vita.
Forse si trovava in una zona d'ombra, ha aggiunto, cercando di trovare una spiegazione a quanto rivelato dall'Espresso. "Sono una vittima" ha aggiunto Crocetta, aggiungendo di essere intenzionato a "non far pagare" il prezzo dello scandalo né alla Regione, né ai Siciliani. Il governatore avrebbe inoltre inviato una richiesta alla procura di Palermo per capire quale sia il contenuto delle intercettazioni.
Intercettazioni in cui la stessa procura non avrebbe mai riscontrato parole "del tenore sopra indicato", ha dichiarato ai giornalisti il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi escludendo, inoltre, che quella intercettazione sia stata registrata dai carabinieri dei Nas, che hanno condotto l'indagine su Tutino.
La richiesta di dimissioni
Oltre alle parole di solidarietà, dalla classe politica italiana sono arrivate anche le richieste di dimissioni (senza colore politico) del presidente della Regione Sicilia. L'idea - almeno quello che circola da qualche tempo - è quella di tornare al voto per le comunali di maggio o, addirittura, a novembre. Per procedere in questo senso, però, servirebbero le dimissioni della metà più uno dei parlamentari siciliani (ovvero 46 su 90) o dello stesso governatore Crocetta.
Favore alle elezioni anticipate anche Grillo che non avrebbe perso tempo, indirizzando ai siciliani un messaggio più che chiaro: "Siete pronti a liberare la vostra terra?".
La Borsellino, ai microfoni della sede Rai siciliana, ha commentato così: "Mi vergogno per loro".