Cohabitation légale, civil partnership, união de facto e sambolag sono soltanto alcune delle parole che vengono usate in tutta Europa - e rispettivamente in Belgio, Regno Unito, Portogallo e Svezia - per indicare le unioni civili, che regolano la convivenza tra due persone che non possono o non vogliono sposarsi. Caso in cui, almeno in Italia, rientrano anche le coppie omosessuali. Dopo la sentenza di Strasburgo, il nostro paese dovrà rivedere le leggi in materia.

In Europa, hanno detto sì alle unioni civili Croazia, Ungheria, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca ed Estonia.

Slovenia, Spagna, Portogallo, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Regno Unito hanno tutti detto sì al matrimonio tra persone dello stesso sesso accogliendo nel gruppo, dopo il risultato positivo del referendum di maggio, anche la cattolicissima Irlanda.

L'Italia resta, insieme a parte dei Balcani e dell'Europa dell'Est, in un limbo, con opinione pubblica e classe politica spaccata sulle unioni civili quanto sui matrimoni gay.