Nel suo classico stile talvolta propagandistico, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, il Presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, ha annunciato una nuova promessa ai cittadini italiani, a chiusura del suo intervento all'assemblea di partito, tenutasi per l'occasione all'Expo di Milano. Il premier ha tenuto la parola per oltre un'ora e mezza ed ha ricordato tutto quanto fatto di buono, a suo dire, dal Governo da lui presieduto in questi mesi, affermando come le riforme messe in campo abbiano consentito al paese di ripartire, pungendo anche alcuni membri (o ex membri) del suo partito con questo parole: "ci sono stati dei no all'interno del nostro partito che ci hanno ferito, ma le riforme le abbiamo fatte, perché la politica che non decide non fa il suo mestiere".

Poi, dopo ulteriori ringraziamenti ai colleghi di governo, Matteo Renzi si è lanciato in una promessa in pieno stile berlusconiano per un "impegno di riduzione delle tasse che non ha paragoni nella storia del Paese", parlando inoltre di una serie di punti concreti di riduzione. Più nello specifico il premier ha posto i seguenti paletti: l'abolizione della tassa sulla prima casa nel 2016, un forte intervento sull'Ires e sull'Irap nel 2017 ed infine, interventi sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni. Insomma, un piano quasi rivoluzionario sembrerebbe per un premier che amplifica il messaggio, accostandosi ancora una volta a quello che sembrava essere un ritornello berlusconiano del passato: "con questo governo e la maggioranza Pd daremo il messaggio che non siamo più il partito delle tasse, non so se lo siamo mai stati, ma la percezione era questa. Adesso diventiamo il primo partito che le tasse le riduce davvero".

Non è mancato uno dei classici riferimenti del premier ai cosiddetti "gufi" che sperano sempre nel male e che invece si devono rendere conto che c'è stata un'inversione di rotta nell'economia, a suo parere. Insomma Renzi è stato anche questa volta un fiume in piena di parole ed ora tutti lo attendono alla prova dei fatti, specie in materia di tasse.