Barack Obama ha tenuto il suo ultimo discorso da Presidente degli Stati Uniti, davanti al Congresso riunito in sede plenaria nella Camera dei deputati, come previsto dal protocollo. Presenti anche degli ospiti speciali: un rifugiato siriano, un ex immigrato clandestino, la persona artefice dalla svolta delle nozze gay, una veterana del Vietnam rimasta senza casa. Ma anche una sedia vuota, simbolo dei tanti morti per le armi da fuoco.

Due mandati difficili

Obama ha mantenuto toni pacati, sebbene abbia rivendicato con forza le cose fatte in questi otto anni di mandato.

Otto anni non facili, non solo perché il suo mandato è giunto proprio dopo la crisi del 2008, ma anche perché ha governato solo due anni con le Camere a favore. Di fatto, dopo le prime elezioni del Mid-term, ha perso la Camera dei deputati, diventata a maggioranza repubblicana. Così ha poi cominciato il secondo mandato, finendo poi per perdere anche il Senato col secondo rinnovo previsto col Mid-term. Ciò ha influito pesantemente su tutte quelle riforme che si era prefissato di portare avanti: dall'ambiente alle armi da fuoco, passando per l'economia e la sanità.

Cita Papa Francesco e dice no all'odio verso i musulmani

Il suo discorso si è tenuto comunque sul generale, e cita le parole che Papa Francesco ha detto davanti al Congresso nella sua visita americana dello scorso settembre: «Imitare l'odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore per prendere il loro posto».

Di qui l'invito ad usare toni più pacati nei confronti dei musulmani, giacché ciò non migliora di certo il rapporto tra le parti. Ogni riferimento a Donald Trump e alle sue proposte drastiche e pittoresche per combattere il terrorismo, è puramente voluto.

Usa non in declino

Obama ci tiene a dire che gli Usa non sono un Paese in declino e privo di leadership, sia per l'economia che per la politica estera.

Ma sa benissimo che quanto alla prima, l'America ha perso molto terreno rispetto ad altri competitors, in primis la Cina. Quanto alla seconda, è lapalissiano quanto gli Usa in questi anni non abbiano voluto mettere becco in Medio Oriente, cambiando diametralmente politica rispetto a quanto fatto da Bush. A novembre gli Usa avranno un nuovo Presidente. Basterà per i democratici candidare la pur stimata Hilary Clinton alla luce dell'avanzata prepotente dei Repubblicani?