La Chiesa interviene nel dibattito parlamentare sulle unioni civili auspicando che in Senato si decida per il voto segreto. Non bastava la dura battaglia che si sta combattendo in Parlamento per l’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili; battaglie interne anche al Pd, con l’ala cattolica del partito di maggioranza, determinata ad eliminare dal disegno di legge la stepchild adoption. E’ arrivata ora l’entrata a gamba tesa dei vescovi, ad opera del cardinale Bagnasco, da molti attesa e da molti altri temuta, con la consapevolezza della capacità che la Chiesa ha sempre avuto di spostare gli equilibri politici in Italia.

Il cardinale Bagnasco: ‘Voto segreto sulle unioni civili per rispettare la libertà di coscienza’

Con il suo intervento sul tema del ddl Cirinnà il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), auspica che la libertà di coscienza sia rispettata e promossa attraverso l’adozione del voto segreto.

La presa di posizione di Bagnasco ha suscitato immediate reazioni, ovviamente di opposto tenore, da parte del governo e dei rappresentanti dell’opposizione, ma è anche indice dell’esistenza di posizioni non univoche all’interno della Chiesa, almeno per quanto riguarda l’interventismo sul dibattito in corso. Solo nella giornata di ieri, infatti, il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, aveva dichiarato di preferire il silenzio quando è in corso un dibattito in Parlamento, per rispetto delle istituzioni e del confronto politico.

Una posizione immediatamente contraddetta dal suo presidente, il cardinale Bagnasco, che oggi ha deciso di intervenire pesantemente nella politica italiana come da tempo non si verificava.

Le reazioni politiche all’intervento del cardinale Bagnasco

L’auspicio del voto segreto da parte del cardinale Bagnasco ha provocato immediate reazione da parte degli esponenti della maggioranza, con in testa il senatore Sergio Lo Giudice del Pd che ha parlato senza mezzi termini di ‘ingerenza negli affari dello Stato’.

Dello stesso tenore la dichiarazione della vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli (Pd), che ha tenuto a precisare che non è il presidente della Cei a decidere come regolare il dibattito del Senato, ma il presidente del Senato stesso.

Di tenore opposto, ovviamente, le reazioni provenienti dalle forze politiche contrarie all’approvazione del ddl Cirinnà: ‘Avevo ragione io a chiedere il voto segreto’ ha esultato il leghista Calderoli apprezzando l’intervento di Bagnasco, mentre il segretario dell’Unione Popolare Cristiana, Antonio Satta, ha difeso il diritto della Chiesa di far sentire la sua voce.

Il dibattito in Senato, intanto, va avanti tra ostruzionismi e scontri di basso livello e bisognerà attendere la settimana prossima, probabilmente martedì, per conoscere gli esiti del voto sulle unioni civili che, a questo punto, potrà essere anche letto come una cartina di tornasole per verificare quanto sia saldo nel sistema politico italiano il principio liberale di ‘libera Chiesa in libero Stato’.