Che possibilità potrà avere Giorgia Meloni in campo a Roma e quali saranno gli effetti di questa scelta che solo la concorrenza poteva augurarsi? La Le Pen italiana, come in molti si sono affrettati a definirla, ha compiuto il suo vero primo atto politico da quando è comparsa sulla ribalta nazionale. Dopo la rottura con il Popolo della Libertà e il lancio di Fratelli d’Italia, la romana di roma è cresciuta sotto il profilo della leadership cercando di costruirsi un’identità ben definita. In molti l’avrebbero vista di buon occhio candidata sindaco nella Capitale, non è un mistero.
Giovane, tenace e con una lunga militanza alle spalle, la Meloni ha atteso tuttavia invano il suo battesimo. Berlusconi, leader di un Centrodestra che non esiste più, è stato tra i primi a carpirne le doti facendola divenire il ministro più giovane della storia repubblicana. Un idillio che oggi si è interrotto bruscamente per la responsabilità di tutti gli attori protagonisti di questo teatrino.
Le manovre di Salvini
Dietro la giravolta della Meloni è evidente la regia politica di Matteo Salvini. Il numero uno del Carroccio, sempre più punto di riferimento di un elettorato in via di espansione, ha capito che reggere la candela al pluridecorato ex Cavaliere avrebbe eclissato i suoi sogni di gloria.
Cinque mesi fa sul palco di Bologna, accanto a Berlusconi e alla Meloni, si è consumata la svolta. I fischi della folla alla caricatura del personaggio che rivendicava la sua ventennale rivoluzione liberale, hanno certificato l’impossibilità per Salvini di proseguire con gli schemi del passato. Ecco che le amministrative hanno rappresentato, per la giovane camicia verde, un’occasione troppo ghiotta per rimarcare la sua leadership non solo agli occhi di Berlusconi, ma dell’intero elettorato.
Comunque vada Salvini ha già vinto per due ragioni: aver bocciato la candidatura di Bertolaso prendendosi gioco dell’ex Cavaliere (il bluff delle gazebarie passerà alla storia della satira) e aver spinto la Meloni a mettersi in gioco esponendola al rischio di bruciarla politicamente.
Utopia del ballottaggio
Di questa lacerazione improvvisa nel Centrodestra trarranno vantaggio gli altri candidati alla corsa al Campidoglio.
M5S e PD con Raggi e Giachetti, restano i favoriti per il ballottaggio finale. Più defilato Marchini che paga l’essere identificato a un’offerta politica vicina a quella dei moderati. La Meloni, conscia di un ritardo evidente rispetto alla concorrenza, ha invitato Bertolaso a compiere un passo indietro: “Spero che si possa ricucire, che faccia un passo di lato perché mi piacerebbe averlo al mio fianco”. Meno cortese Salvini che non ha perso l’occasione per deridere l’ex alleato: “Con Bertolaso andavamo in spiaggia a Ostia a giocare con le biglie, con Meloni al ballottaggio con i cinquestelle”. Berlusconi nel frattempo è passato al contrattacco. Ribadendo la massima fiducia in Bertolaso, ha definito fascista l’intesa tra Fratelli d’Italia e Lega.
Secca la replica della Meloni a Radio24: “Mi pare sia il caso di chi non sa cosa dire”. Stoccate contro di lei sono arrivate anche dall’ex padre politico Gianfranco Fini: “È presuntuosa e sconclusionata”.