Il tema della maternità può divenire un caso, un argomento di dibattito, un pretesto all’interno di una campagna elettorale? È quello che sta accadendo a Roma dopo che la Meloni, leader in dolce attesa di Fratelli d’Italia, ha manifestato la sua disponibilità a correre per il Campidoglio. Il Centrodestra capitolino è nel caos e continua a pagare una regia annebbiata imposta da Berlusconi ma che nessuno più è disposto a tollerare. Sono finiti i tempi degli accordi di palazzo con Fini e Bossi, volti di un passato archiviato tutto slogan e ideologia.

L’ex Cavaliere non è più il Re Mida di un tempo e la scelta di Bertolaso per Roma ha finito con il lacerare quell’abbozzo di coalizione che, numeri alla mano, poteva quantomeno reggere il confronto con la concorrenza. Tutta colpa allora di Berlusconi? Non esattamente. La palese difficoltà che sta vivendo il padre padrone di Forza Italia è imputabile alla giravolta di Salvini e al suo obiettivo di mettersi a capo dei moderati.

Lo scontro generazionale

Il segretario del Carroccio, neanche fosse un politico navigato della Prima Repubblica, ha puntato a disorientare Berlusconi riconoscendogli solo pubblicamente il comando del Centrodestra. Il caso Bertolaso - Meloni è emblematico a tal proposito: dopo aver strappato il sì alle gazebarie, non ha smesso di lavorare a una candidatura alternativa per la Capitale.

Nel bluff è rientrata così la Meloni che è finita col trasformarsi da primario sponsor dell’ex capo della Protezione Civile, a suo principale concorrente. Un dietrofront clamoroso passato però in secondo piano dopo le parole di Bertolaso sulla maternità del leader di Fratelli d’Italia. È su questo autogol che la rottura si è completata e a nulla è servito il tentativo in extremis di Berlusconi di ricucire lo strappo.

Come nel più classico scontro figli contro genitori, Meloni e Salvini hanno rivendicato la loro autonomia facendo perdere la pazienza all’ex Cavaliere. “Giorgia da mamma - ha concluso Berlusconi - non può fare il sindaco girando 14 ore al giorno in una città come Roma”.

Contro ogni maschilismo

Berlusconi ha chiuso così la porta all’ipotesi Meloni finendo con l’essere travolto dallo stesso coro di dissenso che ha messo al muro Bertolaso.

Tutti o quasi hanno espresso la loro solidarietà all’ex ministro della Gioventù, a cominciare dai suoi potenziali avversari per il Campidoglio. “Se questi uomini così bravi a dare consigli alle donne - ha commentato il candidato PD, Roberto Giachetti - cambiassero qualche pannolino in più, questo sarebbe un Paese migliore”. “Altri due attacchi alla mamma Meloni - ha affermato provocatoriamente Alfio Marchini - e la voto!”. Non è rimasta indifferente al dibattito Virginia Raggi che con il Movimento 5 Stelle al momento è la grande favorita per succedere a Ignazio Marino: “Se posso essere allo stesso tempo mamma e sindaco di Roma? Certo che posso, come tutte le donne che fanno i salti mortali”. La sensazione è che da qui alle amministrative ne vedremo ancora delle belle: con un numero così elevato di candidati, il dibattito è destinato a spostarsi dai contenuti alle mere polemiche.