Un'agenda fittissima quella aperta nella penisola di Ise-Shima, Giappone meridionale, dove si stanno svolgendo i lavori del G7. Capi di Stato e primi ministri di Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone, Italia, Canada e Regno Unito, insieme ai presidenti del Consiglio e della Commisione UE, discutono sulle attuali emergenze planetarie, partedo dalla crisi economica i cui effetti sono ancora oggi presenti a livello globale. Molti Paesi che, in anni recenti, avevano ingranato la marcia dello sviluppo economico hanno pertanto subito una brusca frenata e rischiano il default.

L'emergenza rifugiati

Due fenomeni strettamente connessi: l'allarme terrorismo e l'emergenza immigrazione. L'Europa è attualmente la più esposta a questo secondo problema e sebbene il presidente del Consiglio dell'Unione Europea, Donald Tusk, abbia ammesso chela situazione è migliorata dopo gli accordi con la Turchia che hanno chiuso la rotta ellenica, resta aperta quella del Mediterraneo caratterizzata negli ultimi giorni da nuove tragedie. A margine del primo giorno di lavori si è discusso anche delle sanzioni imposte dall'Unione alla Russia, un embargo che resterà in piedi fino a quando non ci saranno risultati concreti dagli accordi di Minsk per chiudere la questione Ucraina. Nessun riferimento alle sanzioni economiche imposte dall'Unione Europea alla Siria, la cui cancellazione è stata chiesta a gran voce in una petizione sottoscritta dalle autorità cristiane del Paese mediorientale.