L’autocritica è un elemento necessario per affrontare ogni crisi politica. Il PT, Partito dei Lavoratori brasiliano, lo sa e per questo ha emesso una risoluzione in cui esprime le proprie critiche a se stesso e al governo di Dilma Rousseff, nonché avanza proposte sulle azioni da compiere in futuro. La risoluzione è uscita dal primo incontro tenuto dal Direttorio del partito dopo la sospensione della presidentessa e ribadisce in primis che si tratta di un “golpe senza base legale”, quindi passa all’analisi degli errori commessi. Il documento parla di “esaurimento del modello economico” e contesta le alleanze di governo realizzate dalla Rousseff; inoltre, afferma che l’operazione “Lava Jato” (“autolavaggio”), che ha rivelato e stravolto lo schema di malaffare e corruzione consolidato in cui era invischiato il potere (a partire dalla compagnia petrolifera statale Petrobras), abbia svincolato “carte cruciali nella scalata golpista”.
La risoluzione del PT, inoltre, riconosce come il partito sia stato “infettato dai finanziamenti per la campagna e coinvolto in pratiche che ne hanno minato l’immagine”, riconoscendo così anche il valore delle manifestazioni di piazza. Una volta al governo, poi, il PT avrebbe mancato nel dedicarsi a costruire un’alleanza strategica con i partiti popolari e i movimenti sociali.