E’ stata inaugurata qualche giorno fa, a Palazzo Montecitorio, ‘La sala delle donne’, uno spazio-tributo dedicato alle donne che, per prime, hanno segnato la storia della nostra Repubblica.La sala, presentata da Laura Boldrini, vuole offrire uno spazio tangibile, rivolto alla memoria delle figure istituzionali femminili del nostro paese, in un luogo, come Montecitorio, in cui è stata privilegiata, negli anni, la figura istituzionale maschile.
Nella sala sono infatti esposte le foto delle donne che nei primi anni della Repubblica e alcuni anni più in là hanno iniziato e tracciato il lungo cammino per il raggiungimento della parità di genere in ambito istituzionale.
Il 1946, anno di fondazione della Repubblica italiana, fu infatti un anno rivoluzionario per la conquista di diritti allora negati al genere femminile.
Il 10 marzo di quell’anno, dopo il periodo del Ventennio fascista, si tennero le prime elezioni amministrative, e in quell’occasione le donne furono chiamate al voto per la prima volta nella storia del nostro paese.
Alcuni mesi dopo, il 2 giugno, le donne votarono poi al referendum istituzionale per la scelta della nuova forma di governo dello Stato e per l’elezione dell’Assemblea Costituente.
Sulle pareti della sala sono affisse le foto delle ventuno costituenti che entrarono a far parte della Assemblea Costituente e le foto delle dieci donne che in seguito alle prime elezioni amministrative divennero sindache.
Nella sala si trovano poi le foto di Tina Anselmi, Nilde Iotti e Nenna D’Antonio, protagoniste di ulteriori importanti passi, nell’ambito del riconoscimento del ruolo pubblico e istituzionale del genere femminile.
Nel 1976 Tina Anselmi divenne ministra, rompendo la prassi che per anni aveva affidato il ruolo di ministro esclusivamente agli uomini, mentre nel 1979 Nilde Iotti fu la prima donna a ricoprire la carica della Presidenza della Camera e nel 1981 Nenna D’antonio divenne la prima presidentessa di regione.
Durante l’inaugurazione della sala, Laura Boldrini ha colto l’occasione per sottolineare come la questione di genere porti con sé ancora molti traguardi da raggiungere, affermando: “Sono troppo poche le donne ai vertici delle aziende, nei ruoli decisionali ci sono poche donne, ci sono differenti retribuzioni tra uomini e donne a parità di qualità, c’è la bassa percentuale delle donne occupate, c’è la questione del linguaggio di genere”.
Su una parete della sala vi sono poi tre specchi, ad indicare le tre cariche che ancora non sono state mai ricoperte dalle donne: la Presidenza della Repubblica, La Presidenza del Senato e la Presidenza del Consiglio.
Un monito e una speranza per il futuro.