Alla luce dei dati della Sezione Statistica del Dipartimento amministrativo Penitenziario non si placheranno certamente le numerose richieste di interventi di amnistia ed indulto per migliorare e risollevare la condizione di molti penitenziari italiani che, nonostante alcuni oggettivi passi in avanti, rimangono ancora sovraffollati e caratterizzati da situazioni igieniche e strutturale non adeguate. In ben sette regioni italiane (Valle D'Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana, Sicilia, Sardegna, Piemonte e Calabria) il numero di detenuti supera ancora nettamente quello dei posti disponibili con gravi conseguenze organizzative e sanitarie.

Gli spazi stretti ed il contatto diretto tra molti detenuti sta infatti provocando un aumento delle risse all'interno delle case penitenziarie e sta inoltre favorendo a dismisura la diffusione di molte malattie all'interno delle celle.

Allarme sanità nelle carceri italiane: i numeri

Nel recente congresso organizzato da "Simpse Onlus" nel contesto dell'Istituto Superiore di Sanità sono emersi alcuni dati e numeri molto preoccupanti. Nelle carceri italiane una percentuale compresa tra il 27% ed il 30% (ciò significa circa 18.000 persone) è tossicodipendente, oltre 6 mila persone sono invece portatrici attive di Epatite B, mentre 5 mila risultano positivi al terribile virus dell'HIV. L'obiettivo dell'organizzazione è quella di rendere consapevoli i detenuti di tale situazione drammatica ma anche di insistere per degli interventi immediati e risolutivi da parte dell'esecutivo.

Nonostante questi gravi problemi ed un rallentamento del processo di miglioramento delle carceri, il Governo sembra aver ancora una volta accantonato le proposte di amnistia ed indulto che, visti i problemi legati al terremoto ed alla imminente campagna per il prossimo referendum, sono passati in secondo piano nei lavori parlamentari. Appaiono dunque al momento misteriosi i possibili scenari futuri e le tempistiche delle prossime discussioni in tema di indulto e di amnistia.