Spesso anche le iniziative migliori col tempo vanno incontro a problemi.Proprio questo pare sia successo con i buoni del valore di 5 euro cadauno che vengono distribuiti ai Rifugiati per poter sostenere la spesa dei generi di prima necessità.Siamo in provincia di Ferrara, dove il responsabile immigrazione e sicurezza della Lega Nord locale ha condotto una sua indagine su questi buoni della Camelot, la cooperativa sociale che si occupa della emissione e distribuzione dei buoni.Nicola Lodi ha prodotto un video per spiegare e denunciare quanto lui afferma di avere scoperto, video postato sul suo profilo personale che in breve sta diventando virale

Secondo la denuncia dell'esponente leghista, in diverse zone di Ferrara è molto facile incontrare persone che rivendono questi buoni spettanti ai rifugiati, a prezzi inferiori e in quantità molto elevate.Gli stessi buoni vengono poi spesi per acquisti che poco hanno a che vedere con le cosiddette 'prime necessità' dei rifugiati, inoltre sovente vengono utilizzati anche da persone che li hanno acquistati in nero per strada e che quindi non ne avrebbero diritto.Fin qui ci sono già molte irregolarità, la rivendita sottocosto dei buoni, il loro utilizzo successivo da parte di non aventi diritto, l'utilizzo per acquisti di beni non previsti come alcoolici o prodotti tecnologici o altro ma approfondendo il discorso si possono rilevare altre cose molto gravi.

La prima rilevazione da fare è sul fatto che per dare valore ai buoni si utilizzanofondi che sono stati pensati per aiutare i rifugiati; questo denaro pubblico diventa poi merce di scambio per un mercato sommerso che cambia il valore di questi buoni, comprati e rivenduti ed infine riutilizzati con un valore alterato e un guadagno per tutti i soggetti che se li passano di mano in mano.Ultima contestazione è l'obbligo di utilizzare questi buoni solamente negli esercizi commerciali Coop, generando un flusso enorme di incassi legato e prodotto grazie a fondi messi a disposizione dei rifugiati.La denuncia della Lega Nord contesta i mancati controlli su buoni finanziati con denaro pubblico, la impossibilità di spenderli in tutti gli esercizi presenti sul territorio, ma solo nella catena convenzionata della COOP, l'utilizzo per acquisti diversi dai beni di prima necessità e il commercio in nero degli stessi buoni.

Il consigliere regionale Alan Fabbri ha precisato che la vicenda dei buoni è scollegata dalla contemporanea inchiesta giudiziaria nei confronti di dipendenti pubblici e delle relative gare di appalto vinte da Camelot.In buona sostanza con questa indagine non si contestano i comportamenti dei richiedenti asilo ma il business che deriva dalla distribuzione dei buoni e la mancanza di controllo sull'impiego del denaro pubblico da parte di Camelot.

Sistema di protezione per richiedenti asilo

Lo SPRAR nasce con la legge 189/2002. Attraverso la stessa legge il Ministero dell'Interno ha istituito la struttura di coordinamento del sistema - il Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali. Il sistema è realizzato grazie alla rete degli enti locali che per la realizzazione dei progetti accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo e dei rifugiati