“dimezzatevi lo stipendio”. È questo lo slogan coniato dal M5S per la campagna pubblicitaria a sostegno della proposta di legge, a prima firma Roberta Lombardi, sul taglio degli stipendi dei parlamentari. L’istanza grillina, come conferma oggi Beppe Grillo con un post pubblicato sul suo blog, arriverà lunedì prossimo nell’aula di Montecitorio per essere esaminata. È lo stesso Grillo a sfidare il Pd di Matteo Renzi sul terreno del taglio dei costi della politica, perché sono stati i Dem, a suo giudizio, ad aver impostato la campagna referendaria sulla riforma costituzionale proprio su questo tema.
Secondo il M5S, la loro legge farebbe risparmiare 61 milioni di euro tra Camera e Senato, più 26 di mancate spese telefoniche e di viaggio degli onorevoli, mentre lo ‘stravolgimento della Costituzione’ rappresentato dalla riforma Boschi ne taglierebbe solo 58. Intanto, i deputati M5S della commissione Affari costituzionali della Camera denunciano: “La casta è compatta contro i tagli degli stipendi”.
Il post di Grillo
Nonostante i tentativi ostruzionistici messi in atto da quasi tutti i gruppi parlamentari in commissione a Montecitorio, oggi Beppe Grillo annuncia trionfante sul suo blog che, finalmente, lunedì 24 ottobre l’aula parlamentare comincerà l’esame della proposta di legge grillina sul taglio degli stipendi dei parlamentari.
La votazione finale si dovrebbe tenere tra martedì e giovedì. La pdl porta in calce la firma della ‘cittadina’ Roberta Lombardi e rappresenta, scrive Grillo, “una delle prime iniziative legislative depositate dal gruppo M5S alla Camera”. 87 milioni di risparmi (61+26) di contro ai 58 previsti dalle riforme renziane “e il tutto senza stravolgere l’asse costituzionale dello Stato”.
Il leader del Movimento getta il guanto di sfida contro Matteo Renzi“considerato come il Pd pone in maniera del tutto centrale il tema del taglio ai costi della politica, tanto da farne punto prioritario della sua propaganda referendaria”. Proprio per questo, un ironico Grillo si dice certo che “il Pd voterà a favore di questo provvedimento”.
Lo scontro in commissione
Naturalmente, quella del guru pentastellato è solo una provocazione politica. Il comico-politico genovese sa benissimo che la strada verso l’approvazione della legge è lastricata di insidie. Oggi, infatti, i membri M5S della commissione Affari costituzionali della Camera hanno reso noto in un comunicato che “quasi tutti i gruppi hanno votato compatti nel mandare in aula il testo della ‘pdl Lombardi’ senza poter discutere gli emendamenti”. Questo significa, aggiungono i parlamentari grillini, che “la casta è compatta contro i tagli degli stipendi”. La strategia degli altri partiti è chiara, concludono i 5Stelle: tentare di rispedire il testo in commissione e “rinviare il tutto alle calende greche, magari dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre”.