È impietoso il quattordicesimo rapporto “Diritti globali”, redatto dalla Associazione Società InFormazione di Sergio Segio, dal titolo “Fortezza Europa, polveriera mondo”, che, per la realtà italiana, presenta un quadro a tinte fosche. Primo obiettivo del governo Renzi, reo di aver puntato tutto "su crescita e occupazione” ritenendo i temi legati alla esclusione sociale risolvibili soltanto grazie a provvedimenti di carattere economico: da qui il sostanziale ridimensionamento delle “buone politiche di welfare” percepite quasi come un “mero costo passivo”.
Venti anni di declino italiano
In Italia, negli ultimi vent’anni, quindi non soltanto durante la grande crisi, il rapporto salari/Pil sarebbe diminuito “del 7-8 per cento”: di fatto oltre 100 miliardi passati “dai salari al profitto e alle rendite” con un conseguente “drenaggio di risorse verso l’alto” della piramide sociale. Un quadro a tinte fosche nel quale si evidenzia la condizione dei cosiddetti “lavoratori poveri”, più di otto milioni, ai quali si sommano molti degli oltre quattro milioni di “poveri assoluti” (in forte aumento, oggi al 7,6 per cento, rispetto al 6,8 per cento del 2014).
Una “area delle povertà” che, secondo Susanna Camusso, leader della Cgil, copre ormai “larghe fasce del mondo del lavoro”: da qui la necessità di una risposta “non reazionaria e populista” capace di concretizzare un “progetto credibile”.
“Compito di un governo”, osserva Camusso, è quello di favorire una equilibrata dialettica tra “interessi del lavoro e dell’impresa” in accordo con la nostra Carta costituzionale.
Disuguaglianze e povertà che secondo Segio “sono in crescita a livello globale”: una “epidemiologia della povertà” che porta l’Organizzazione mondiale della sanità a stimare, per la sola Europa, “700 mila morti” e oltre trenta milioni di casi di patologie “legate alle disuguaglianze”.
Europa allo sbando
Un’Europa, secondo il rapporto Diritti globali, “allo sbando” soprattutto sotto il profilo etico: dalla pericolosa, continua, associazione tra “profughi e terroristi” alle barriere fisiche realizzate ai confini della Turchia fino al muro voluto da Orban in Ungheria e al filo spinato all’ingresso del tunnel sulla Manica.
Una “centralità dei diritti di solidarietà” senza la quale non solo “non si fermerà l’esodo”, ma si condannerà il pianeta a “una guerra globale”.
La “Alleanza contro la povertà”, alla quale aderiscono associazioni che hanno collaborato alla realizzazione del rapporto “Diritti globali”, ha valutato con “moderata soddisfazione” il disegno di legge delega per il contrasto alla povertà che stanzia per l’anno in corso 600 milioni di euro, più due miliardi per il successivo biennio, a fronte di un fabbisogno stimato in sette miliardi.
Infine, una dichiarazione di voto da parte dell’ideatore e coordinatore del “Rapporto sui diritti globali”: “Il referendum del 4 dicembre”, dice Sergio Segio, “viene presentato come cambiamento, ma io credo che questo tipo di cambiamento non vada inteso in senso positivo”.
La parola d’ordine è ridare significato alla parola “conflitto”, “non violento e costruttivo”: da qui, il ritorno al significato etimologico del “fare sindacato” ovvero quello di essere “insieme per la giustizia”.