L’arrivo di Trump alla Casa Bianca presto cambierà il landscape geopolitico asiatico. Se Obama è sempre apparso diplomatico e moderatore dei rapporti con la Cina, sempre più in espansione, adesso Trump mostra toni polemici al riguardo. Coinvolti nei probabili cambiamenti, rispetto al passato, anche Giappone e Corea del Sud, due nazioni annoverate tra i più grandi alleati degli Usa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Le preoccupazioni cinesi
L’esperto di relazioni tra Usa e Cina, John Delury, ha ammesso che la vittoria di Trump è stata inaspettata per la Cina.
Nella repubblica cinese, infatti, i pronostici davano per vittoriosa la Clinton e adesso tutto è sotto l’ombra di un punto interrogativo. Cosa accadrà alle relazioni tra i due stati? E’ difficile da dire con certezza, ma si può ipotizzare che Trump, con la sua tendenza isolazionista, tenderà a prendere le distanze dalla Cina la quale è stata più volte accusata dal tycoon di indebolire l'economia americana.
In Giappone e nella penisola coreana
Sebbene durante la campagna elettorale il governo giapponese non abbia mai preso una posizione circa il possibile vincitore, a Tokyo l’allarmismo si è diffuso velocemente dopo la vittoria di Trump, il quale già lo scorso anno aveva dichiarato: “Se qualcuno attacca il Giappone noi dobbiamo muoverci immediatamente e iniziare la Terza Guerra Mondiale, ma se noi siamo attaccati il Giappone non deve aiutarci”, insinuando che il rapporto d’aiuto non è reciproco e ciò non è ben visto dal tycoon.
I dubbi proseguono anche circa la questione del nucleare nella Corea del Nord. Trump, infatti, ha portato avanti lo slogan ‘Prima l’America’ e i suoi interessi per gli affari internazionali sembrano essere pochi e manifestano un certo ‘egoismo patriottico’. Troppi sarebbero, secondo Trump, i benefici che Tokyo e Seoul hanno ricevuto in questi anni dall’America, anche per quanto concerne la questione delle isole dell’est Diaoyu, rivendicate da Pechino, ma di fatto amministrate da Tokyo.
Il ritiro dallo scenario asiatico degli Usa potrebbe favorire l’espansionismo cinese e ciò è sicuramente un elemento di preoccupazione per Giappone e Corea del Sud.
Corea del Nord, Filippine e Sud Est Asiatico
Donald Trump si è da subito espresso favorevole ad incontrare il presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, per discutere della questione del nucleare.
Intanto, il presidente filippino Duterte ha paragonato se stesso a Trump, mosso da un certo orgoglio, perché secondo lui entrambi sono accomunati da un linguaggio rude e spesso scurrile, che non tiene conto delle conseguenze. Anche i media avevano già ritratto i due presidenti come somiglianti per i loro toni privi di mezze misure e il loro ostentato populismo. Le Filippine e il resto del sud est asiatico non sembrano comunque preoccupati eccessivamente per l’arrivo di Trump, anzi sembrano decisi a trovare una strada per collaborare. Solo nei paesi musulmani, almeno inizialmente, la sconfitta di Hillary ha destato non poche preoccupazioni. Insomma, non si può certo dire che il mondo adesso possa dormire sonni tranquilli.