Anonymous Italia voterà No al referendum costituzionale in programma domenica 4 dicembre. È lo stesso collettivo formato da hacker anonimi ad ufficializzare la notizia sul proprio blog (dopo aver pubblicato un video nei giorni scorsi). Nel manifesto condiviso online i membri del gruppo espongono brevemente il contenuto della riforma targata Renzi-Boschi per poi schierarsi decisamente dalla parte delle ragioni del No perché si tratta, a loro modo di vedere, di una “forzatura di proporzioni catastrofiche” proprio come “il 99,9% delle azioni svolte dal governo attuale”.

Il contenuto del comunicato di Anonymous

“Salve italiani, we are Anonymous”. Comincia così il breve comunicato apparso oggi sul blog ufficiale della comunità hacker ‘illegale’ più temuta dal potere costituito. L’assunto a cui giungono gli autori del post è che, con il referendum costituzionale del 4 dicembre, gli italiani siano chiamati a pronunciarsi su una questione in particolare: la scelta tra un governo “espressione magari anche maldestra della volontà popolare”, oppure quella di dar vita ad un’Italia “semplicemente governabile, accentrando ancor più il potere nelle mani di una oligarchia bancaria e industriale che ormai da decenni sta portando questo paese alla miseria”.

Per questo motivo i membri di Anonymous Italia si dicono convinti che gli italiani voteranno No perché non accetteranno “questa ulteriore menzogna”.

La loro rabbia è rivolta contro la possibilità per il governo, prevista con la riforma della Costituzione, di utilizzare la cosiddetta “clausola di supremazia” per imporre un “presunto interesse dello Stato” contro la volontà popolare. Intenzione della comunità hacker è quella di difendere la Costituzione “varata nel 1947 dopo la caduta del fascismo” perché “approvata da Comunisti, Socialisti e Democristiani per l'importanza dell'unità e amore unico per la Patria”.

L’esatto opposto delle divisiva riforma renziana. Gli hacker avanzano persino la provocatoria proposta di “istituire un carcere ‘speciale’ e leggi speciali, già previste dalla Costituzione e dai vari Codici, per tutte le violazioni commesse da chiunque venga a contatto con la res pubblica”.