Mancano solo due giorni ad una data importantissima per la politica italiana: domenica 4 dicembre milioni d'italiani saranno chiamati ai seggi elettorali per esprimere il loro voto sul referendum, promosso dal premier Renzi, riguardo la revisione di una parte della Costituzione italiana. Per molti è il più importante dopo quello del 1946 che di fatto diede vita alla stessa Costituzione: ecco in breve cosa dice il testo presente sulla scheda elettorale.

Bicameralismo e riduzioni

Premessa importante: il referendum è senza quorum, ciò significa che il numero dei partecipanti al voto non influisce sull'esito finale.

Ecco cosa recita il testo della scheda elettorale: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero di parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?"

Quando si parla di parlamento in Italia si intende Camera e Senato, la prima è composta da 630 deputati mentre il secondo da 320 senatori ma in sostanza entrambi svolgono le stesse funzioni. Una proposta di legge passa dalla Camera al Senato e viceversa finché non si approva lo stesso identico testo in entrambi i luoghi e a quel punto può essere firmato dal Presidente della Repubblica e diventare legge; se dovesse vincere il Si l'unico organo a svolgere questa funzione diventerebbe la Camera.

Al Senato invece si parlerebbe di politica locale a livello nazionale e così manterrebbe le sue funzioni secondarie ma non farebbe più due cose importanti: dare la fiducia al governo e votare le leggi dello Stato, funzioni che svolgerebbe esclusivamente la Camera. Si passa alla riduzione del numero dei parlamentari e il contenimento dei costi: il Senato passerebbe da 320 senatori a 100 quindi diventerebbe più piccolo inoltre i senatori non riceverebbero stipendio poiché sarebbero 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 nominati dal presidente della Repubblica per alti meriti ma non a vita, soltanto per sette anni; si tratta di persone che hanno già un incarico politico.

Inoltre questi consiglieri e sindaci godranno dell'immunità parlamentare che prima non avevano, ciò serve in teoria a evitare che non esistano persecuzioni nei loro confronti mentre esercitano le funzioni politiche ma in pratica non si tratta di una vera immunità e comunque si passerebbe da 320 senatori "coperti" a 100, cosa di cui beneficerebbero tutti i partiti.

Soppressione del CNEL e revisione del titolo V

Fondamentale prima di tutto è spiegare in cosa consista il CNEL: il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro è un organo consultivo formato da 64 consiglieri e le sue funzioni principali consistono nell'esprimere pareri e promuovere iniziative legislative; in breve si può dire che la sua abolizione sia il punto meno importante del referendum poiché indipendentemente dall'esito verrà tolto.

Il concetto più significativo invece è l'ultimo, quello che riguarda la revisione del titolo V della Costituzione: il titolo V è la parte della Costituzione nella quale si definisce cosa sia competenza dello Stato e cosa delle regioni. Già nel 2001 il governo Amato ci mise le mani, gli italiani votarono si alla riforma e la legge passò.

Quello che si vuole fare è ridurre nuovamente l'autonomia delle regioni alle quali nel 2001 è stata data molta indipendenza dallo stato centrale, specie in materia fiscale, di fatto lasciando loro solo la gestione della sanità e permettendo allo Stato di occuparsi di questioni regionali se queste fossero d'interesse nazionale; inoltre questa riforma porterebbe all'abolizione delle province.