Attacco duro di Roberto Giachetti a Roberto Speranza nel corso dell'assemblea dem. Secondo Giachetti, Speranza avrebbe 'la faccia come il c...' sulla legge elettorale. Dopo le polemiche sul suo atteggiamento oltraggioso, Giachetti si è scusato ma ha continuato ad essere bersagliato da numerose critiche. Zoggia, ad esempio, ha parlato di atteggiamenti che danneggiano il Pd.

Roberto Giachetti non si pentito

Nessuno avrebbe mai pensato che un esponente del Pd come Roberto Giachetti potesse usare parole del genere nei confronti di un collega. Il Pd dovrebbe prendere le distanze da Giachetti, secondo Roberta Agostini, la quale auspica un maggior rispetto tra i membri dem.

Miguel Gotor, deputato della minoranza dem, ha bollato Roberto Giachetti come 'mediocre provocatore'. L'ex candidato del Pd a sindaco di Roma, comunque, non si pentito delle parole dette, sottolineando che dice quello che pensa, a prescindere dal fatto 'che il segretario sia Veltroni, Bersani o Renzi'. Il vicepresidente della Camera, dopo essere salito sul palco, durante l'assemblea del Pd, ha iniziato ad offendere Roberto Speranza. 'Hai la faccia come il c...', ha detto Giachetti, rivolgendosi a Speranza e ricordandogli che, quando ha avuto la possibilità di votare il Mattarellum, si è opposto nonostante fosse il capogruppo.

Renzi con le mani nei capelli dopo le parole di Giachetti

Dopo le ingiuriose parole di Giachetti, gran parte delle persone presenti all'Hotel Ergife di Roma ha iniziato a protestare.

Il vicepresidente della Camera ha chiesto di poter continuare a parlare, ma è stato arduo. Le reazioni a quei termini insolenti sono state varie: Renzi, ad esempio, si è messo le mani nei capelli; Deborah Serracchiani, invece, si è messa a ridere.

C'è chi, comunque, ha iniziato ad applaudire dopo l'intervento di Giachetti. Tanta gente, però, si è alzata e se n'è andata, protestando.

Il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha ammonito Giachetti, ricordandogli che, probabilmente, quando coordina l'Aula alla Camera non consente di proferire parole del genere.

Stavolta, per il governatore della Toscana Rossi, i termini usati dal vicepresidente della Camera hanno oltrepassato i limiti di un linguaggio consono.