Ha vinto il fronte del NO, anzi ha stravinto. Gli italiani hanno bocciato la riforma costituzionale del ministro Maria Elena Boschi ed il voto, come facilmente prevedibile, si è trasformato in una bocciatura epocale ai danni del Governo Renzi. Il premier non si è fatto attendere a Palazzo Chigi, sin dalle prime proiezioni era evidente che il risultato non poteva essere in alcun modo capovolto. L'esperienza di Matteo Renzi alla guida del governo termina qui, dopo mille giorni. Il presidente del Consiglio ha annunciato che rimetterà il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Le parole del premier

Dinanzi ai giornalisti ed all'Italia intera incollata davanti agli schermi televisivi ed ai pc, Matteo Renzi ha cercato di nascondere con sforzati sorrisi il suo evidente nervosismo. Poco prima aveva annunciato tramite un tweet la sua conferenza stampa. Quel suo "arrivo, arrivo", lo stesso con cui aveva annunciato il suo arrivo al Qurinale quando gli era stato conferito il mandato dal presidente della Repubblica, aveva dato a tutti l'impressione che il cerchio stesse per chiudersi. Renzi si è detto "orgoglioso dell'opportunità che questo governo ha dato ai cittadini di esprimersi sulla riforma, così tanti cittadini si sono riavvicinati alla Carta Costituzionale. Ha vinto il NO e lo ha fatto in modo straordinariamente netto - ha aggiunto - e pertanto auguro ai leader del fronte del 'NO' un buon lavoro nell'interesse del Paese. A questo punto spetta a loro il compito di fare delle proposte in merito alla legge elettorale che siano credibili".

Poi, con voce commossa, ha sottolineato come "con la riforma costituzionale volevamo tagliare le poltrone ma non ci siamo riusciti. Pertanto, quella che salta è la mia. Non possiamo far finta che non sia successo nulla, la mia esperienza di governo finisce qui".

I risultati del referendum

Il primo dato che salta all'attenzione è ovviamente relativo all'affluenza.

Decisamente alta per un referendum alla luce delle cifre registrate negli ultimi anni. Alle ore 23 avevano votato il 67 % degli aventi diritto, di gran lunga superiore alle due precedenti consultazioni referendarie costituzionali del 2001 (34,1 %) e 2006 (52,5 %). Il fronte del NO ha vinto su tutta la linea, superando il 59 %, mentre il SI ha ottenuto poco più del 40,4 %.

Scorporando i risultati regione per regione, la Toscana è l'unica in cui ha vinto il SI (50,3 %) mentre una spinta in favore dei contrari alla riforma Boschi è arrivata dal Sud ed in particolare dalle isole. In Sardegna il NO ha oltrepassato la soglia del 72 %, in Sicilia si è attestato intorno al 71 % anche se la regione più meridionale del Paese è tra quelle che hanno registrato l'affluenza più bassa con il 56,6 % degli aventi diritto che si sono presentati alle urne. Tra le regioni dal maggiore peso demografico (la Sicilia è la quarta in Italia, ndr) c'è da registrare un'altissima percentuale di votanti in Lombardia, 74,21 % con oltre il 55 % di preferenze al NO mentre nel Lazio hanno votato il 69,1 % degli aventi diritto, di cui più del 63 % ha espresso la propria volontà di bocciare la riforma del Governo Renzi. Indicativo anche il dato della Campania, dove il fronte del NO ha sfondato il muro del 68 %.