Il discorso memorabile tenuto da Mattero Renzi la notte del referendum, consapevole della sonora sconfitta del SI (fermatosi al 40%, contro il 60% del NO) sarebbe stato scritto da Alessandro baricco. Renzi aveva personalizzato il referendum costituzionale. In pratica aveva posto il “voto di fiducia” sulla sua riforma, non al Parlamento, ma al popolo italiano. L'ormai ex (salvo possibili sorprese) premier ha posto la vittoria del referendum come condizione per poter continuare a governare.
I retroscena del discorso post referendum svelati da Dagospia
Alla chiusura dei seggi, dopo la pubblicazione dei primi exit poll, che non lasciavano dubbi sui risultati, Renzi e i suoi stavano già pensando al da farsi, per provare a salvare il salvabile oppure ad uscire vincitori da una sconfitta. Sul blog di Roberto D'Agostino, Dagospia, è stato riportato del “gossip” politico sui retroscena di quanto è accaduto quella notte. L'ex premier avrebbe chiamato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si sarebbe raccomandato di fare affermazioni definitive, per non pregiudicarsi la possibilità di continuare a governare. Anche Maria Elena Boschi sarebbe stata dello stesso avviso. Ma Renzi non è stato a sentirli e - secondo Dagospia - su suggerimento dei suoi stretti collaboratori Luca Lotti e Filippo Sensi (il quale è tra l'altro lo spin doctor di Renzi) ha deciso di fare un discorso memorabile.
Ma chi avrebbe dovuto scrivere il discorso di Matteo Renzi?
Si sarebbe, dunque, pensato ad uno che con le parole ci sa fare, che con le parole è riuscito a conquistare milioni di lettori. Il suo nome è Alessandro Baricco, scrittore e sceneggiatore. E' l'autore del monologo “Novecento”, da cui è stato tratto il film “La leggenda del pianista sull'oceano”, di cui Baricco ha curato anche la sceneggiatura, sotto la direzione del regista Giuseppe Tornatore.
Baricco è inoltre frequentatore della Leopolda ed un è un fervente sostenitore di Renzi. Lo scrittore non avrebbe quindi esitato ad accettare l'incarico. E' stato lui, secondo Dagospia, a scrivere il discorso, letto sommariamente da Matteo Renzi verso la mezzanotte. Che sia stato un discorso ben studiato lo si poteva capire.
In effetti quel monologo aveva molto di cinematografico, sullo stile della commedia americana, quelli in cui il protagonista della storia tiene il discorso solenne davanti alla gente commossa e si rivela come una persona umile e onesta, che ammette i suoi errori; è la vittoria dello sconfitto, che con dignità depone le armi ed esalta chi ha combattuto al suo fianco. E proprio questa umiltà diventa la sua forza e la sua rinascita, gli restituisce consenso, approvazione. E' uno schema vincente nel cinema, ora è stato trasposto nella realtà. E questa mossa sembra aver dato i suoi frutti.