Il voto austriaco del 4 dicembre è passato quasi in sordina sulla stampa italiana ed è logico che sia così, considerato che si svolge lo stesso giorno del referendum costituzionale. Ad ogni modo la ripetizione del ballottaggio tra Norbert Hofer ed Alexander Van der Bellen, esponenti rispettivamente dell'estrema destra e dei Verdi, è caratterizzato dalla grande incertezza. La certezza, invece, è che viene seguito con grande interesse da Bruxelles e per l'Unione Europea è caratterizzato da palpitante preoccupazione, motivata dalle reali possibilità di vittoria di Hofer.
Il candidato del Partito della Libertà austriaco è noto per le sue posizioni euroscettiche ed ha già prospettato, in caso di una sua presidenza, la possibilità di sottoporre ai cittadini austriaci un referendum sullo stile Brexit, per decidere o meno la permanenza del Paese in seno all'Unione.
A maggio aveva vinto Var der Bellen, poi l'elezione fu invalidata
Lo scorso 22 maggio, Var der Bellen vinse il turno di ballottaggio per un'incollatura, volendo utilizzare un termine sportivo. Tale fu infatti lo scarto di 31.000 voti circa che decretarono l'elezione del candidato dei Verdi, poi annullata a causa del ricorso presentato dall'avversario che puntò il dito su irregolarità verificatesi nel voto per corrispondenza.
Un elemento che risultò decisivo per il successo dei candidato dei Verdi se consideriamo che, prendendo solo il campione del voto per corrispondenza, il vincitore ottenne un netto 61,7 % (la sua percentuale complessiva fu del 50,3). L'ultimo sondaggio, pubblicato il 18 novembre, dava Van der Bellen in lieve vantaggio ma dopo quanto accaduto in occasione delle presidenziali statunitensi e, ancora prima, con il referendum sulla Brexit nel Regno Unito, i sondaggi politici stanno inevitabilmente perdendo credibilità.
Anche perché in questo caso i due candidati sono realmente testa a testa e l'unico risultato facilmente pronosticabile è che nessuno dei due otterrà un'affermazione netta. Il vincitore dell'odierno ballottaggio sarà il nono presidente austriaco post-Anschluss (l'annessione del Paese alla Germania nazista del 1938, ndr), in un'epoca politica che ha preso il via nel dicembre del 1945.
Sarà il primo a non rappresentare il Partito Socialdemocratico o il Partito Popolare che si sono alternati alla guida della Seconda Repubblica d'austria dal dopoguerra fino allo scorso luglio, quando è scaduto il secondo mandato di Heinz Fischer.