Quando si parla di Tunisia, si discute sempre di una società considerata aperta sia a livello culturale che religioso. Nessuno oserebbe pensare che la Tunisia, culla della primavera araba, sia però anche un territorio di razzismo e descriminazione razziale.
In questo paese nordafricano la xenofobia è visibile ma allo stesso tempo velata. E' una descriminazione silenziosa,radicata nella società e le cui vittime sono sia gli immigrati subsahariani che alcuni tunisini di carnagione scura.
Nessuno in Europa sa che nel sud del Paese esiste una piccola cittadina, in cui i "bianchi" ed i "neri" vivono divisi in quartieri separati e sono costretti ad usare autobus differenziati.
Basti pensare che il modo più usato per definire le persone di colore in tunisino è "oussif" che significa servitore/ schiavo.
Tre immigrati congolesi aggrediti
Negli ultimi anni ci sono state varie manifestazioni per chiedere più protezioni, anche a livello legislativo, da parte delle minoranze etniche.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso negli ultimi giorni è stata l'aggressione violentissima, e senza alcuna motivazione, subita da tre congolesi nel centro della Capitale. Un uomo ha attaccato due donne di colore ferendole con un coltello e aggredendo anche un altro ragazzo di colore intervenuto per difenderle. Una donna è ancora in rianimazione mentre le altre due vittime sono ricoverate in clinica.
Il movente è stato un raptus xenofobo. Non è la prima volta che in Tunisia si sente parlare di violenze razziste così ecclatanti: due anni fa 7 immigrati subsahariani furono attaccati solo perchè la nazionale di calcio tunisina perse una partita per colpa di un arbitro "nero".
Manifestazioni e progetto di legge
Negli ultimi giorni e in particolar modo oggi, si sono riunite centinaia di uomini e donne in Avenue Habib Bourguiba per esprimere la propria solidarietà alle vittime.
Gli slogan intonati esponevano la richiesta ferma e chiara di un intervento legislativo che assicuri più sicurezza alle minoranze.
La risposta da parte della società civile è stata veloce ed effettiva. Oggi stesso si è iniziato a discutere un progetto di legge proposto da varie associazioni e contenente 36 articoli mirati a penalizzare la descriminazione razziale.
"Serve una strategia nazionale effettiva al fine di cambiare la mentalità diffusa sull'argomento e una legge che criminalizzi la descriminazione" ha dichiarato il primo ministro Youssef Chahed.