Una strategia comune che possa intaccare le fondamenta dell'Unione Europea. Le destre del vecchio continente sentono che questo è un momento chiave per pianificare strategie comuni. Euroscetticismo, nazionalismo e chiusura totale sulla questione migranti: i leitmotiv non sono cambiati nel corso degli anni ma oggi ci sono nuove 'leve'. In primo luogo la Brexit, la fuoriuscita del Regno Unito dall'UE, un precedente incoraggiante nell'ottica di un progetto di disgregazione della politica comunistaria. La seconda fonte di ispirazione è Donald Trump, l'esempio più clamoroso di "populismo di facile consumo" che, paradossalmente, ha conquistato la maggiore tra le democrazie occidentali.

Di tutto questo si è discusso a Coblenza, nel primo, vero summit anti-UE.

Gli interventi di Salvini, Marine Le Pen e Frauke Petry

A fare gli onori di casa nell'antica città della Renania-Palatinato è stata Frauke Petry, leader di Alternativa per la Germania. Ospiti d'eccezione, dunque, la leader del Front National francese, Marine Le Pen; il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini; i presidenti dei Partiti della Libertà di Olanda ed Austria, Geert Wilders e Harald Vilimsky. "Abbiamo uno scopo comune - ha detto Matteo Salvini - che è quello di cacciare dall'Europa tutte le Merkel, gli Hollande ed i Renzi". Nel corso del suo intervento, il segretario del Carroccio ha rispolverato tutti i suoi cavalli di battaglia.

Non ha mancato di esprimere un pensiero 'polemico' per i terremotati del Centro Italia, "al freddo ed al gelo mentre gli immigrati sono negli hotel" e si è scagliato contro l'Euro, definito "un esperimento criminale fallito". Per Marine Le Pen, invece, l'UE è praticamente al capolinea. "L'effetto domino post-Brexit è inevitabile - ha sottolineato - e non è più un problema di se ma di quando questo accadrà.

Il 2016 è stato l'anno della sveglia per il mondo anglosassone, quest'anno la sveglia potrebbe suonare per tutta Europa". Parole che si sono fatte sempre più aspre nel corso dei vari interventi, il culmine si è toccato con Frauke Petry che ha accusato le istituzioni europee di operare "un lavaggio del cervello nei confronti dei cittadini, più furbo rispetto a quello dei regimi comunisti.

Questa manipolazione - ha aggiunto la leader dell'estrema destra tedesca - minaccia la libertà e le conquiste culturali del continente".

Gli appuntamenti elettorali

Al di là di proclami più o meno scontati, senza contare le inevitabili proteste contro il vertice - circa 5.000 persone hanno manifestato contro il summit di Coblenza, definito 'neonazista' - saranno comunque le urne a stabilire l'effettiva 'presa' che le nuove destre potrebbero avere nei confronti dei cittadini. Ad iniziare dal 15 marzo quando si terranno le elezioni politiche in Olanda dove, in base ai sondaggi, l'ultradestra di Wilders sarebbe in lieve vantaggio rispetto ai conservatori di Mark Rutte. Il 23 aprile si terrà invece il primo turno per le presidenziali in Francia, Marine Le Pen viene accreditata quantomeno per il ballottaggio ma la crescita di consensi per il candidato repubblicano, Francois Fillon, non è una buona notizia per il Front National, dando per scontata la sconfitta dei socialisti tra le cui file è certa la non ricandidatura del presidente uscente, Francois Hollande.

A settembre si terranno le elezioni federali in Germania, i Cristiano Democratici di Angela Merkel sono ancora favoriti ma sembra certo l'ingresso in Bundestag dell'estrema destra di Frauke Petry. Le elezioni politiche in Italia non sono in agenda ma, ad ogni modo, la crescita ulteriore della Lega Nord è politicamente difficile se non impossibile. Ad essere sinceri, presentare con un nazionalismo di facciata un partito ancorato ad ispirazioni secessioniste è una mossa maldestra e palesemente opportunista. Utopistico che Salvini raccolga valanghe di voti al di sotto della riva meridionale del Po. I leghisti sono l'anello debole dell'Internazionale populista, se ne facciano una ragione.