La Russia non farà nessuno sforzo per rientrare nel G8 che, pertanto, resterà nel suo attuale format a 7. Lo ha confermato il ministro degli esteri, Sergej Lavrov, in una sorta di dichiarazione 'obbligata'. Nel recente passato i partner internazionali avevano chiesto al Cremlino di cambiare la propria politica nei confronti della Crimea ma per Mosca è una questione chiusa. Il referendum ha sancito l'annessione della penisola alla Federazione russa, rivederne l'esito è fuori discussione. Al di là di questa forte divergenza, per Lavrov il G8 "ha fatto il suo tempo".
'Il G8 non è in grado di affrontare le nuove sfide mondiali'
"Non vediamo alcun interesse e necessità di lavorare all'interno di quello che è diventato una sorta di incontro tra amici - ha detto Lavrov, commentando quello che a suo avviso è un format datato - e non è all'altezza di affrontare le nuove sfide di un mondo che cambia". Nel corso di un'intervista concessa a Ria Novosti, il ministro degli esteri russo ha sottolineato che "molti componenti del G7 sono malati di russofobia, continuano a mostrarsi ostili nei nostri confronti" e cita anche "la Banca Mondiale che che blocca in modo costante progetti da sviluppare in territorio russo". Il rappresentante del Cremlino spende invece elogi per il G20.
"Un gruppo che riunisce i Paesi industrializzati ed i mercati emergenti. L'ultimo vertice che si è svolto in Cina ne ha confermato tutta l'efficacia". La prima riunione dei Paesi più industrializzati del mondo si era svolta in Francia nel 1975, allora il format era quello del G6 ed includeva Stati Uniti, Regno Unito, Germania Occidentale, Francia, Italia e Giappone.
L'anno successivo, in occasione del summit a San Juan di Porto Rico, c'era stato l'allargamento a 7 con l'inclusione del Canada. La Russia era entrata nel 1997, poco meno di sei anni dopo lo scioglimento dell'URSS ed ha preso parte a sedici edizioni del summit fino al 2013. Mosca è stata sospesa nel 2014 dopo i fatti relativi alla Crimea.