Tv e giornali andrebbero chiusi per aver divulgato la notizia, anzi, la Fake News dell’autista polacco che avrebbe lottato con il terrorista Anis Amri per impedire la strage del mercatino di Berlino? Con questa domanda provocatoria il giornalista Marcello Foa - ex firma de Il Giornale e ora animatore, tra le altre cose, del blog Il Cuore del mondo - entra nel dibattito sulle cosiddette post-verità e bufale su internet. Protagonisti principali della contesa sono il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, il quale vorrebbe istituire una sorta di censura sul web, e Beppe Grillo.

Foa si schiera decisamente con il secondo, ma fa un passo in più. Condivide la teoria sulle “tecniche di spin doctoring” che, a suo modo di vedere (e non solo suo), permetterebbero di manipolare notizie e coscienze. Manipolazione che verrebbe generata proprio dalle istituzioni. Per avvalorare la tesi che a manipolare le news siano le istituzioni e non gli utenti del web, Foa porta l’esempio dell’attentato di Berlino.

La fake news sull’autista polacco rilanciata da tutti i Media

Secondo il direttore del gruppo editoriale svizzero Corriere del Ticino-Media, i titoloni riservati all’autista del tir che, se pur gravemente ferito, si sarebbe messo a lottare fino all'ultimo respiro con il terrorista, sono apparsi, per restare alla sola Italia, su Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Rai, Mediaset, Sky.

Tutti attaccati alla notizia rilanciata dalla tedesca Bild Zeitung che citava come fonti quelle investigative. Post-verità avallata persino da Andreas Geisel, ministro degli Interni del Land di Berlino, nonostante fosse logico "dubitare della sua attendibilità”, aggiunge Foa facendo notare come fosse possibile solo in una scena di un film americano lottare contro un uomo di 120 chili (tale la stazza del polacco) riuscendo contemporaneamente a dirigere il tir contro il mercatino.

Nel video qui sotto si vede chiaramente come l’autoarticolato proceda senza zigzagare subito prima dello schianto.

La verità, raccontata proprio dalla Bild Zeitung pochi giorni dopo, è che l’autista fosse stato colpito da Amri alla testa già tre ore prima della strage. In quel momento era morto o in fin di vita. Insomma, quella che è stata propagandata come verità, in realtà era "una gigantesca frottola, una spettacolare fake news”, sbotta Foa secondo il quale il responsabile è stato uno “spin doctor che lavora nelle istituzioni tedesche”.

Il giornalista denuncia la sparizione di questa clamorosa rettifica dagli organi dell’informazione istituzionale definiti “moralisti del web” e provoca Pitruzzella chiedendosi se ora bisognerà chiudere tutti i Media che hanno rilanciato questa “bufala colossale”. Facile per il presidente dell’Antitrust “prendersela con un blogger o un utente Facebook”, ma se volesse essere davvero coerente, conclude Foa, “dovrebbe oscurare i grandi siti e magari anche denunciare per falso le istituzioni tedesche”.