Siamo entrati da poco nell’anno nuovo, e il dibattito politico è sempre più acceso. In attesa di Sondaggi politici aggiornati, vi riportiamo alcune questioni venute a galla negli ultimissimi giorni di dicembre. SWG, oltre a pubblicare le classiche intenzioni di voto, ha posto agli italiani alcune domande, di cui vi riporteremo le risposte, facendo distinzione tra ceto alto e basso.
Prima però, ricordiamo come il Partito Democratico sia al comando con il 32,2%, precedendo il Movimento 5 Stelle che si attesta al 26,8%. Tra i due principali contendenti si è ampliato il gap nelle ultime settimane, conseguenza di quanto accaduto a Roma ai pentastellati.
Ben distanti, invece, rimangono Lega Nord (12,6%) e Forza Italia (12,4%), che avrebbero bisogno di un’alleanza per poter impensierire coloro che li precedono.
SWG: ceti bassi vogliono la rivoluzione, quelli alti le riforme
L’istituto di ricerche ha chiesto ai cittadini cosa occorrerebbe per poter cambiare veramente il Paese. Tra ceti alti e bassi le opinioni sono decisamente differenti. Nel primo caso c’è il 55% degli intervistati che indica la strada delle riforme come soluzione, mentre soltanto il 35% fa sapere che sarebbe necessaria una rivoluzione. Nel secondo caso, al contrario, solo il 24% degli interpellati ritiene che bastino le riforme a cambiare l’Italia, mentre il 53% fa sapere che è fondamentale un rovesciamento radicale.
Su un aspetto, però, entrambe le parti sono sulla stessa lunghezza d'onda: il Paese sta regredendo. Lo pensa il 62% tra il ceto alto, e il 78% tra quello basso. Soltanto una piccola porzione degli elettori, invece, crede in una modernizzazione: 24% (ceto alto) e 8% (ceto basso).
Questa situazione porta le persone ad avere reazioni di disgusto (35% ceto alto e 53% ceto basso), ma anche rabbia (26% ceto alto e 42% ceto basso).
Sono in pochi a sentirsi tranquilli (11% ceto alto e 4% ceto basso), nonché fiduciosi (15% ceto alto e 3% ceto basso). Ad influire sul benessere degli italiani, secondo il parere del campione intervistato, sarebbero principalmente corruttori (57/42%) e poteri forti (37/45%), mentre le due classi sociali ritengono che l'euro influisca in minima parte.
In quest'ottica, tra il ceto alto la percentuale è all’11%, mentre tra quello basso siamo al 27%. Altri fattori tirati in ballo sono banche e populismo.
Chissà cosa ne pensano i politici al governo di quanto emerso dal sondaggio di SWG: una volta tanto risulterebbe opportuno conoscere le opinioni degli elettori, ma soprattutto capire quali sono le loro reali intenzioni per cambiare l’Italia.
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