Si torna a discutere di aborto in Italia: la notizia che nelle prossime settimane saranno assunti all'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma due dirigenti medici non obiettori, per operare nell'équipe di interruzione volontaria di gravidanza, non poteva lasciare indifferenti esponenti della Chiesa e della politica. Il concorso, fortemente voluto dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti, mira a garantire il rispetto della legge 194, destinando i due vincitori esclusivamente a questa mansione e prevedendo che, nel caso di obiezione nei primi sei mesi dopo l'assunzione, i due potrebbero rischiare il licenziamento “perché inadempienti rispetto al compito specifico per cui sono stati chiamati”.

In questo modo si vuole evitare, come in passato, che questa struttura sanitaria non possa praticare aborti a causa della presenza esclusiva di obiettori di coscienza nello staff medico.

Le critiche della Cei

Una formula innovativa che è destinata a destare polemiche nel mondo cattolico. Subito è intervenuto Don Carmine Arice, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei per il quale questa decisione "snatura la legge 194 che non ha mai avuto l'obiettivo di indurre all'aborto ma di prevenirlo”. Inoltre con queste due assunzioni "non si rispetta un diritto di natura costituzionale, quale è l'obiezione di coscienza". Secondo Don Arice "il ministero della Salute ha fatto recentemente un'indagine secondo la quale il numero di medici non obiettori risulta sufficiente per coprire ampiamente la domanda" di interruzioni volontarie di gravidanza.

La reazione del ministro Lorenzin

Anche per il ministro della Salute Beatrice Lorezin “è evidente che in Italia abbiamo una legge, che non prevede questo tipo di selezione”, mentre esiste “la possibilità, qualora una struttura abbia problemi di fabbisogno, di poter chiedere alla Regione di attingere anche in mobilità da altro personale”.

Tra l'altro il ministro esprime dubbi sulla procedura adottata perché “quando si fanno assunzioni e concorsi non mi risulta che ci siano parametri che vengono richiesti”. Secondo i favorevoli invece questa decisione non snatura affatto la legge 194 ma, al contrario, la attua. E in molti chiedono di ripetere questo tipo di concorso anche nelle altre regioni.

Salvini: ‘Concorso discriminante’

Tra i primi a intervenire contro questa decisione il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini che sottolinea come il concorso promosso dalla Regione Lazio sia discriminante e per questo da bocciare, quando invece bisognerebbe “cercare di investire maggiori risorse per aiutare quelle donne, troppe, che ricorrono all’aborto per motivi economici”.