La giornata di oggi, lunedì 13 febbraio 2017, verrà, probabilmente ricordata a lungo dal mondo scolastico: infatti, l'ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il fautore della riforma scolastica, forse, più odiata della storia della scuola pubblica italiana presenterà, con tutta probabilità, le proprie dimissioni da segretario del Partito Democratico.
Ultime news scuola, lunedì 13 febbraio 2017: Renzi pronto alle dimissioni da segretario PD
Dunque, il Partito Democratico si trova davanti ad una svolta importante: chiudere con il passato, un passato che ha prodotto la sfiducia di milioni di italiani che si sono opposti alle scelte operate dall'ex premier e guardare ad un nuovo futuro.
Lo ha ribadito l'onorevole Roberto Speranza, citando la politica economica e fiscale, le riforme istituzionali ma anche il Jobs Act e, naturalmente, la riforma Buona Scuola.
Una riforma che non è piaciuta a nessuno, una riforma che Renzi ha imposto senza ascoltare le proteste del mondo scolastico che, più volte, ha urlato il proprio disappunto per l'insensata ed assurda impalcatura della Buona Scuola. Nè Renzi, nè tanto meno l'ex ministro Stefania Giannini hanno voluto correggerne i contenuti, arrivando all'approvazione della legge 107 a colpi di fiducia (stentata e mal voluta).
Buona Scuola, Roberto Speranza 'Abbiamo perso un pezzo del nostro popolo'
'Abbiamo sommato rotture su rotture, abbiamo perso un pezzo del nostro popolo' ha aggiunto Roberto Speranza per sottolineare il fallimento politico del governo Renzi.
Il presidente della Commissione Bilancio della Camera, onorevole Francesco Boccia ritiene che sia finito il tempo delle 'smanie di potere di un gruppo dirigente che ha sbagliato'.
Alle 14,30 di oggi, lunedì 13 febbraio, si riunirà la Direzione Nazionale del Partito Democratico: "Io non sto attaccato alla sedia. Dal momento che me lo chiedete, ecco le mie dimissioni da segretario".
Saranno probabilmente queste le parole dell'ex capo del governo. Sullo sfondo, appare sempre più concreta l'ipotesi del congresso anticipato, da esaurirsi entro il mese di aprile con primarie aperte e con l'idea di elezioni anticipate nel mese di giugno o a settembre.
C'è da precisare, comunque, che sebbene dimissionario, Renzi resterà, comunque, segretario del Partito Democratico anche durante la fase congressuale.
Le intenzioni dell'ex premier sarebbero quelle di accelerare il voto per evitare che la minoranza dem si possa organizzare: Renzi, insomma, con la mossa delle dimissioni, vorrebbe evitare di essere rinchiuso in una gabbia, 'una cottura a puntino' da parte dei suoi oppositori. La minaccia di una scissione è dietro l'angolo.