Sembra fare sul serio Donald Trump contro la Corea del Nord. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi in cui Trump ha affermato che se la Cina non fosse intervenuta sulla questione avrebbero “fatto da soli”. Proprio nelle ore dell’ atteso incontro col leader di Pechino Xi Jinping, il tycoon torna sulla questione, dichiarando che gli Stati Uniti saranno al fianco degli alleati del Pacifico contro la minaccia nordcoreana.

La risposta di Pyongyang e l’incontro col leader cinese

La risposta della Nord Corea alle parole del presidente statunitense non si è fatta attendere.

Nella giornata di ieri 5 aprile infatti, da Pyongyang è stato effettuato un nuovo test missilistico nel mar del Giappone. L’avvenimento ha portato alla protesta formale del governo di Tokyo che ha accusato il regime coreano di aver violato una risoluzione ONU.

Il presidente americano e il suo omologo cinese si stanno incontrando in Florida e il centro della discussione sarà proprio quello di attuare una strategia comune per fermare lo sviluppo nucleare della Corea del Nord. L’ intenzione di Trump è quella di avere come alleato il governo cinese, forte di una pesante influenza sulla Corea del Nord.

Dal canto loro i cinesi vogliono intervenire con sanzioni economiche contro la Corea, ma vogliono evitare di destabilizzare oltremodo il paese per evitare che migliaia di rifugiati si vadano ad ammassare nel confine cinese.

Opzione militare?

Secondo gli esperti l’opzione militare non sarebbe sul tavolo. Anche perché gli USA non vorrebbero incrinare i rapporti con i cinesi. La paura del governo di Washington è quella che i nordcoreani possano arrivare a creare dei missili con gittata tale da poter raggiungere gli Stati Uniti anche se si stima che questo non possa avvenire prima di quattro o cinque anni.

Di avviso diverso però era stato pochi giorni fa Rex Tillerson, segretario di stato americano in visita a Seul. Tillerson aveva infatti annunciato che l’opzione militare era sul tavolo e che la paziente diplomazia dell’era Obama era ormai finita.