La tesi portata coraggiosamente avanti dal quotidiano Repubblica è che i padri di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, “sono stati ferventi missini”, dunque anche il M5S sarebbe fascista. Lo scrive questa mattina sul giornale di proprietà di Carlo De Benedetti (tessera numero 1 del Pd) il duo formato da Conchita Sannino e Concetto Vecchio. Per corroborare la loro ardita deduzione, Conchita e Concetto citano l’esempio del padre di Di Battista, Vittorio, più volte dichiaratosi apertamente fascista, e ricordano i tentativi di entrare in politica da parte di Antonio Di Maio negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso.

Per non parlare dell’amicizia di lungo corso tra Di Battista senior e Adriano Tilgher, noto estremista di destra già in Avanguardia Nazionale.

Di Maio inneggiava alla X Mas?

Di Maio jr, poi, seguendo le antiche simpatie politiche del papà, non per caso, secondo Repubblica, l’altro giorno riferendosi al Movimento ha pronunciato la frase “c'è chi guarda a Berlinguer, chi alla Dc e chi ad Almirante”. Ma il passaggio dell’articolo che ha suscitato la stizzita reazione mediatica del vice presidente della Camera è stato il seguente: quando frequentava il Liceo Imbriani di Napoli “Luigi presentò una lista di alternativa a quella della sinistra, la chiamò Mas, acronimo di Memento audere semper e nome della squadriglia di incursori della Marina - la X Mas di Junio Valerio Borghese, appunto - vero e proprio mito dei militanti di estrema destra negli anni Settanta”.

La risposta di Di Maio smonta il Metodo Repubblica

Quelle “spacciate per vere” da Repubblica sono notizie “false e non verificate”, scrive Di Maio sul suo profilo Facebook. La vicenda della lista scolastica ispirata alla X Mas sarebbe semplicemente stata inventata “di sana pianta”, allo scopo di rappresentare i membri del M5S come “pericolosi fascisti”.

Di Maio è furioso con le balle raccontate dal giornale di De Benedetti (vedi il presunto incontro tra Casaleggio e Salvini). Per fugare ogni dubbio pubblica nomi e date delle tre liste con cui si candidò: al massimo c’è un ‘Cogito ergo sum’ che nemmeno un asino in latino confonderebbe co ‘Memento audere semper’.

Il vice presidente della Camera allega anche un video, girato in auto, nel quale racconta di aver casualmente letto il pezzo di Repubblica, grazie a un signore conosciuto all’Autogrill che teneva in mano il quotidiano.

“Osceno, vergognoso ma anche abbastanza ridicolo”, questo il giudizio di Di Maio sull’articolo. “È il cosiddetto Metodo Repubblica che abbiamo visto già in azione molte volte”, prosegue quasi con aria distaccata, con cui cercano di capire “come infangare il M5S”. Critica i giornalisti, Conchita e Concetto, per non aver verificato la pseudo notizia risalente a 15 anni fa che, invece, si è dimostrata una “balla”.