Nella puntata del 9 giugno a "Otto e mezzo" su La7 è intervenuto il senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti, che ha risposto a diverse domande di attualità politica ed economica da parte di Lilli Gruber. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.
Le opinioni di Mario Monti sulle elezioni inglesi
Sull'esito del voto inglese Mario Monti ha detto: "Il partito Conservatore sembra essere diventato un richiedente seriale di elezioni anticipati perdenti, che siano referendum o voti politici: in un anno ci sono stati due casi nei quali Cameron e May hanno sopravvalutato la propria forza": Facendo un parallelismo con il nostro paese ha detto:" In Italia invece il referendum costituzionale era necessario, non avendo la Riforma di Renzi raggiunto i 2/3 dei voti in Parlamento; mentre riguardo alle elezioni politiche anticipate non vedo una sola ragione valida pubblicamente dichiarabile".
Chi avrebbe scelto Monti fra Corbyn e May? "Probabilmente nessuno dei due, immagino che avrei guardato al Liberaldemocratici, piccolo partito che mi sarebbe sembrato più vicino alle mie idee. Però trovo in Corbyn un aspetto interessante e del tutto assente dalla sinistra e dal centrosinistra in Italia, ovvero l'uso della leva fiscale con finalità redistributive. Non vedo un Corbyn in Italia, nel PD di Renzi mi sembra difficile trovarlo mentre le altre frange della sinistra forse non hanno avuto ancora occasione di dare articolazione programmatica alle proprie idee". Quali sarebbero queste proposte di leva fiscale che dovrebbero caratterizzare la sinistra? "Un po' sempre le stesse di sempre: se si vuole una parvenza di uguaglianza occorre l'imposta di successione, che forse non fa piacere a nessuno, poi si ritiene che non solo il reddito ma anche il patrimonio possa contribuire al gettito, soprattutto laddove è alto sia il debito pubblico che la ricchezza privata.
Il punto è: si può governare bene se la finalità prima è il consenso? No". Infine ancora sul voto inglese Monti ha detto che è imprevedibile dire gli scenari futuri su come sarà gestita la Brexit però i 27 paesi europei hanno trovato maggiore unità dopo il referendum inglese sull'UE e anche dopo l'elezione di Trump: "Siamo stati fortunati".
Monti racconta la scelta di candidarsi alle elezioni nel 2013
Poi Monti è passato alla politica italiana; "In Italia sembra che la legittimazione dal punto di vista storico di un personaggio politico arrivi solo dal fatto che poi sia stato rieletto o no. Anche Kohl in Germania quando volle l'Euro sapeva bene che ci avrebbe rimesso le penne, però poi è entrato nella storia.
Il problema è se i cittadini si affidano a chi è facile nella promessa e poi magari nel tradimento, promettendo cose che non saranno un bene per il paese". Alla personale domanda se, tornando indietro, si ricandiderebbe alle elezioni politiche del 2013 ha detto: "Non sono così sprovveduto da non sapere che sul piano personale avevo solo da perdere decidendo di guidare una formazione politica che si chiamava Scelta Civica, perché l'unica cosa importante per me nella vita pubblica per decenni è sempre stata quella di trovarmi bene nei panni di uno che era considerato al di fuori delle parti, per me è stata una grande pena perdere questo. Purtroppo gran parte della stampa giudica mettendosi nei panni dell'uomo politico elogiando il più furbo e non mettendosi nei panni del cittadino.
Comunque sì, lo rifarei perché sapevo già di farlo per evitare che l'Italia finisse o con un governo di centrodestra populista o con un governo di centrosinistra populista, andando fuori dai parametri europei: questo lo abbiamo evitato". Sugli errori della sua esperienza politica Monti ha detto: "Quello degli esodati più che un errore è stata una conseguenza inevitabile del fatto che per decenni non si era fatto niente. Lungi da me di non aver fatto errori". Alla domanda sulla possibilità che al Paese servano nuovi sacrifici ha risposto: "Per ora no, ma se aspettiamo ancora sì. I due anni prima del referendum hanno visto una distorsione deliberata della finanza pubblica, perché anziché mettere soldi per ridurre il cuneo fiscale e creare occupazione, si sono messi in bonus con una finalità diversa".
Monti parla di Matteo Renzi e del futuro politico italiano
Poi Monti ha aggiunto: "Io non credo più molto nel valore dell'asse destra-sinistra, però se c'è una qualificazione della sinistra sia la ricerca di giustizia sociale e questo non è quello che sta facendo la sinistra italiana da parecchio tempo". Ma Matteo Renzi è di sinistra? "Io non credo che lo sia, credo che si offenderebbe a essere considerato di sinistra, immagino". Prima di aggiungere: "Ricordo che dopo le elezioni del 2013 molti dicevano che la Legislatura sarebbe durata un paio di anni, io invece pensavo già allora che sarebbe arrivata al 2018 e lo sta facendo. Il Governo Gentiloni ha la maggioranza, poi naturalmente vanno visti i provvedimenti che porta".
Alla domanda se Renzi è in grado di controllare quello che fa il PD in Parlamento, il professore ha risposto: "Una parte del problema italiano di oggi è che una personalità forte e prorompente come Matteo Renzi (che all'inizio ha avuto fiducia di molti di noi) non si trovi più nella condizione ma riesce a frenare un partito di grande importanza storica e numerica, e allora ne perde un po' il controllo forse è meglio. Io penso poi che sia un errore di tutti noi parlare necessariamente sempre di Renzi, siamo noi che con un referendum quotidiano gli conferiamo un'importanza che oggi non ha più, poi forse in futuro potrà riaverne e allora vedremo". Infine Monti ha parlato dell'ipotesi di una futura grande alleanza fra PD e Forza Italia: "Una grande coalizione può essere una bellissima cosa oppure qualcosa che danneggia il paese, tutto dipende.
Anche il mio Governo, indipendentemente dal giudizio che se ne possa dare, era una grande coalizione con il Berlusconi di allora e il Bersani di allora, eravamo in emergenza, ma se non stiamo attenti presto ci torniamo.