Questa volta l'ordine è partito. L'aviazione militare americana ha diramato un'allerta per i propri caccia bombardieri nucleari B52 affinché siano pronti ad agire, se necessario, nel giro di 24 ore. Non accadeva dai tempi della Guerra Fredda. La manovra sarebbe stata ritenuta indispensabile a causa delle crescenti tensioni tra l'amministrazione di Donald Trump ed il regime di Pyongyang. I bombardieri armati verranno, infatti, preparati in modo da poter decollare da un momento all'altro e gli equipaggi sarebbero già stati posti in stato di emergenza in una delle base dell'Air Force in Lousiana.
A rivelare la notizia è stato il capo di stato maggiore dell'aviazione statunitense: David Goldfein, in occasione di un'intervista al Defense One.
Gli USA sono pronti, ha affermato Goldfein, mentre accompagnava un giornalista in visita alla base di Barksdale, in Louisiana. Se mai il Presidente dovesse lanciare l'ordine, verranno aperte nove basi per i caccia bombardieri. Il mondo, infatti, continua a rivelare la sua pericolosità: esistono persone che, nonostante le ripetute minacce, si ostinano a voler utilizzare ordigni nucleari, ha dichiarato Goldfein riferendosi, ovviamente, al leader nordcoreano. Nel frattempo Donald Trump ha fatto preparare l'edificio che ospiterà i cento soldati degli equipaggi: sarebbero stati allestiti, infatti, nuovi letti, spazi comuni e centri adibiti allo svago.
La lettera di Kim-Jong-Un
Solo lo scorso 20 ottobre il giornale australiano "Sydney Morning Herald" avrebbe rivelato il contenuto della lettera scritta dalla Commissione esteri del parlamento nordcoreano ed indirizzata ai vari parlamenti del mondo, attraverso la quale Pyongyang avrebbe invitato tutti gli Stati a prendere le distanze dalle ideologie statunitensi.
Nel testo della lettera la politica degli Usa viene infatti definita come il "culmine dell'ideologia americana per la quale il proprio benessere arriva prima di quello degli altri". Gli alleati americani starebbero rivelando, così, a Pyongyang, di essere privi di principi: l'attuale amministrazione del Presidente Trump starebbe, infatti, a detta dei nordcoreani, solo tentando di trascinare con sé il mondo in un tragico conflitto nucleare. Secondo Julie Bishop, ministro degli esteri australiano, la recente missiva rappresenterebbe l'efficacia delle sanzioni stabilite dalle Nazioni Unite nei confronti della Corea del Nord nonché la disperazione di un Paese sempre più isolato a cui non rimane altro che tentare di separare la comunità internazionale.