Nella giornata di oggi i leader europei decreteranno nuove sanzioni petrolifere nei confronti della Corea del Nord. Il nuovo provvedimento si baserà sulle ultime decisioni stabilite nel corso di una riunione tenutasi lo scorso lunedì tra i vari ministri degli esteri dell'Unione Europea: lo scopo è quello di andare oltre le misure prese dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le sanzioni rimarranno in vigore finché Kim-Jong-un non deciderà di abbandonare completamente ed in modo irreversibile il programma nucleare e balistico di Pyongyang.

I leader europei, in ogni caso, si sono riservati di inasprire ulteriormente le nuove misure stabilite qualora dovessero pervenire dalla Corea del Nord analoghe fortuite provocazioni; questa volta, però, si sta valutando l'ipotesi di sanzionare anche tutti gli stati extra-ue che continuano a "trattare" con Pyongyang.

Nel frattempo, la tensione tra i vari stati continua a crescere. L'agenzia di stampa nordcoreana Kcna ha dichiarato, riferendosi alle esercitazioni della marina militare americana e sudcoreana, che gli Stati Uniti stanno proponendo alla Corea del Nord bersagli ritenuti dalla stessa "primari". Il governo centrale ha, infatti, affermato di voler colpire gli USA quando meno se lo aspettano, utilizzando modalità inimmaginabili: una guerra nucleare potrebbe scoppiare da un momento all'altro.

Secondo un recente sondaggio il 54% dei cittadini americani considera la Corea del Nord il pericolo più imminente per il Paese: lo scorso luglio solo il 41% la pensava allo stesso modo.

Nonostante tutto, dopo anni di "tentativi diplomatici", gli Stati Uniti sembrerebbero aver trovato una giusta metodologia per cercare di contenere "la potenza distruttiva" dei nordcoreani. Seppur colma di difetti, la cosiddetta "aggressività trumpiana" sembra aver sortito i suoi effetti: le dure sanzioni stanno mettendo in ginocchio l'economia della Corea del Nord che, già di per sé storicamente debole, potrebbe addirittura essere prossima al collasso.

Inoltre, i continui ed esagerati investimenti militari di Kim-Jong-un starebbero riducendo a dismisura il budget del Paese per il rifornimento energetico della penisola asiatica.

Trump a Tokyo

Intanto Donald Trump ha programmato un colloquio a Tokyo, per il prossimo 5 novembre, con il premier giapponese Shinzo Abe, prima di proseguire il proprio tour asiatico fino al 14 novembre.

Secondo quanto riportato dal governo nipponico il Presidente degli Stati Uniti, durante il suo soggiorno, s'impegnerà a ricevere i familiari dei cittadini giapponesi sequestrati dai servizi segreti nordcoreani tra gli anni '70 - '80 ed a discutere con il premier Abe in merito alle possibili manovre di coordinamento necessarie per combattere la crisi geopolitica nella penisola coreana assieme ai paesi alleati.