Dopo essersi prodigato in prima persona fallendo la sua prima vera campagna elettorale da candidato premier in Sicilia, per Di Maio è iniziata ufficialmente la rincorsa più attesa. Palazzo Chigi è un obiettivo che lui stesso ha definito realistico, ma non così scontato. L’invito poi rimangiato a duellare in TV con il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha inevitabilmente creato clamore all’interno dell’opinione pubblica e tra gli addetti ai lavori. Di Maio ha provato a giustificare il dietrofront mettendo in dubbio la credibilità della futura candidatura di Matteo Renzi.

La realtà è che con il voto siciliano a essere mutato ora è l’orizzonte dei nemici. Con un Centrosinistra perpetuamente impegnato a tergiversare alla ricerca dell’unione perduta, ha preso corpo e vigore la proposta del Centrodestra che già si è dimostrata vincente. L’avversario da sconfiggere non è più Renzi, ma Berlusconi. Non è un caso che la propaganda grillina da domenica scorsa ha iniziato a colpire duro contro l’ex Cavaliere e i suoi più forti alleati. Anche per questo Di Maio non ha voluto replicare alle stoccate del capo dei democratici lanciate dal salotto di La7 a Di Martedì, in quello che poteva e doveva essere il ring dell’atteso faccia a faccia tra rivali.