Le Elezioni politiche 2018 sono sempre più vicine e le varie forze politiche devono decidere le alleanze per superare lo sbarramento del 3% previsto anche dalla nuova legge elettorale del Rosatellum Bis, per avere eletti alla Camera dei Deputati. La norma attuale prevede peraltro che chi supera l'1% dei voti possa, seppur non eleggendo nessuno dei propri candidati, contribuire ad assicurare alcuni seggi alla coalizione di cui fa parte: un grande incentivo alla formazione di coalizioni con più liste al proprio interno.

Pierferdinando Casini al lavoro per una lista centrista alleata col PD: ecco chi potrebbe farne parte

Nel Pd in queste settimane da un lato si lavora per suggellare un accordo a sinistra con Campo Progressista di Giuliano Pisapia e per la formazione di una lista civica radicale, ambientalista, socialista, laica ed europeista (qualcuno ipotizza che tali esperienze possano anche confluire in una lista unica), ma qualcun altro intanto lavora per avere anche nella futura coalizione una lista centrista. Il tutto in modo da dare al PD una posizione baricentrale nell'alleanza, con appunto un soggetto situato alla propria "destra" e uno alla propria "sinistra".

Il ruolo di "federatore" delle forze centriste intenzionate a correre alleate col PD spetterebbe a Pierferdinando Casini, il quale da tempo è un sostenitore di Matteo Renzi, tanto da appoggiare già il SI a referendum costituzionale dello scorso anno, arrivando per tale motivo anche a "spaccare" il partito di cui era stato leader per anni, ovvero l'UDC, portando diversi dirigenti nella nuova formazione dei "Centristi per l'Europa", di cui fa parte anche il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

Fra possibili membri della nuova lista centrista dovrebbero esserci anche Lorenzo Dellai di Democrazia Solidale e i cattolici che fanno riferimento alla comunità di Sant'Egidio dell'ex ministro Andrea Riccardi. Ma quello che più potrebbe spostare gli equilibri in questa logica è la decisione che prenderà Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che dovrebbe riunire la propria Direzione nazionale il 24 novembre.

Cosa decide di fare Alternativa Popolare di Alfano?

Secondo i bene informati ci sarebbero diverse posizioni, anche piuttosto distanti fra loro, dentro AP. In particolare su posizioni "di sinistra", ossia con la volontà di proseguire l'alleanza con il PD vi sarebbero la ministra della Salute Beatrice Lorenzin e l'onorevole Fabrizio Cicchitto, che ricordiamo avere un passato nel PSI prima dell'approdo in Forza Italia, ma anche diversi deputati uscenti, oltre a tutti gli amministratori locali che nei rispettivi territori stanno governando col PD.

Dall'altro lato l'ex ministro Maurizio Lupi vorrebbe invece un'AP su posizione autonoma dai due poli, in sostanza una lista centrista che corra in solitudine provando a superare il 3% e poi valutare dopo le elezioni le possibile alleanze. Ma ci sarebbe anche qualcuno, in particolare fra gli attuali senatori di AP, che vorrebbero invece un totale cambio di schieramento del partito, vale a dire un ritorno dentro al centrodestra. Tutte queste posizioni si fronteggeranno appunto nella Direzione nazionale del 24 novembre, con il ministro Alfano che dovrà provare a mantenere un unito un partito in cui convivono sensibilità diverse. E qualcuno intanto nelle scorse ore ha ipotizzato anche una possibile scissione in Alternativa Popolare.

Con appunto alcuni che confluirebbero nella lista centrista che guarda al PD, di cui appunto Casini sta provando a tessere le fila, mentre altri sarebbero pronti a fare una "quarta gamba" del centrodestra, magari avvicinandosi all'UDC di Cesa e a Rivoluzione Cristiana di Rotondi (e forse anche a Fare! dell'ex sindaco di Verona Flavio Tosi), per dare vita appunto a una lista centrista il cui simbolo si affiancherebbe a quelli di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia.

In questo eventuale scenario è peraltro molto difficile ipotizzare per Angelino Alfano, a livello individuale, un possibile ritorno nel centrodestra, visti i numerosi e anche recenti spunti polemici con i suoi attuali leader, e quindi non è da escludere che l'attuale ministro degli Esteri possa essere proprio l'uomo di punta della formazione centrista alleata col PD, peraltro in piena coerenza con gli ultimi cinque anni di Governo insieme. Nelle prossime settimane il quadro sarà più chiaro, staremo a vedere.