Proseguono le polemiche dopo l’annuncio da parte di Luigi Di Maio di alcuni dei nomi che dovrebbero andare a formare la sua ipotetica squadra di governo. Mentre era facile aspettarsi una reazione negativa globale degli avversari politici, da Berlusconi a Gentiloni; probabilmente lo stesso Di Maio non si sarebbe aspettato di dover già affrontare polemiche relative non tanto all’iniziativa quanto ai nomi presentati e a quelli da presentare.
Da Costa a Fioramonti
La prima polemica sui nomi di Di Maio venne lanciata pochi giorni fa da Vittorio sgarbi, che criticò aspramente la scelta del generale dell’arma dei Carabinieri Sergio Costa di accettare l’ipotetica investitura da parte del leader pentastellato a ministro dell’ambiente.
Sgarbi, che sfiderà alle elezioni Di Maio nel suo collegio, è spesso critico ed alle volte irriverente nei confronti del vicepresidente della Camera nella legislatura appena conclusa.
La seconda gatta da pelare per Di Maio si è invece concretizzata nelle ultime ore, e punge nel vivo la comunità ebraica. Inquiteudine e preoccupazione, sono queste le parole utilizzate dal quotidiano ufficiale della comunità: Pagine ebraiche. Il motivo di questo risentimento, sarebbe la volontà di nominare ministro dell’industria l’accademico Lorenzo Fioramonti, docente di economia, che secondo il quotidiano ebraico si sarebbe distinto più volte per le sue campagne d’odio contro Israele.
Secca e immediata la replica del leader pentastellato che ha affermato come questa polemica sia solo l’ennesimo tassello della strumentalizzazione PD contro i nomi da lui proposti; affermando che sarà lo stesso Fioramonti a chiarire con l’ambasciatore di Israele le sue posizioni.
Il movimento 5 stelle, conclude Di Maio, non è contro Israele.
Cultura e sport nodi da sciogliere e molti rifiuti
I grattacapi per Di Maio arrivano anche dai nomi che devono essere ancora svelati. Sono infatti diversi i Ministeri che non hanno ancora un nome a loro associato. Uno in particolare è quello della Cultura, non certo di poco conto.
Situazione sbloccata invece per il Ministero dello Sport che ha visto nella giornata odierna svelato il nome del futuro ipotetico ministro.
Il ministero dello Sport infatti, è probabilmente meno importante rispetto ad altri, ma ha coinvolto nomi estremamente noti. Il primo, come riportato dal quotidiano La Stampa, è quello del famoso commentatore televisivo Guido Bagatta, che ha affermato come non sussistano le condizioni necessarie a un impegno di tal genere.
Oltre Bagatta, pare abbiano declinato anche l’ex C.T. dell’Under 21 e campione del mondo 1982 Claudio Gentile e il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, fino a pochi giorni fa impegnato nelle elezioni per la carica di presidente federale. Tuttavia, il leader pentastellato sembra aver risolto dilemma grazie a una soluzione interna. Il nome annunciato infatti è quello del pluricampione olimpico Domenico Fioravanti, candidato dei 5 stelle all'uninominale alla Camera dei deputati in Piemonte.
Forse più complicata la situazione per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali; anche perché quello della cultura è un settore delicato, specialmente se si tiene conto della situazione dei vari professionisti dei Beni Culturali che cercano un riconoscimento e una collocazione nel proprio comparto.
Anche in questo caso i rifiuti non sono stati di poco conto; tra questi: il direttore del Museo egizio di Torino Christian Greco, l’archeologa Maria Pia Guermandi dell’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna, lo storico dell’arte Tommaso Montanari, che a suo tempo venne contattato da Virginia Raggi; per arrivare infine al nome forse più illustre, quello di Salvatore Settis, già direttore della Normale di Pisa e Accademico dei Lincei.