Emblema di genio e sregolatezza, Lapo Elkann trova sempre il modo di far parlare di sé.

L’ultima, sorprendente iniziativa lo vorrebbe protagonista della scena politica nazionale, al servizio della patria, ad affiancare il prossimo governo. Quale? Uno qualsiasi, qualunque governo venga fuori dal cilindro magico delle elezioni del 4 marzo. A che titolo? Certamente Ministro, ma ciò che è interessante sottolineare è la “conditio sine qua non” con cui avrebbe deciso di collaborare, ovvero a titolo gratuito. Una sorta di attività di volontariato, dunque, che espleterebbe unicamente per puro patriottismo, per il bene della Nazione, senza percepire altro che la gratificazione, appunto, di aver agito con un nobile fine.

Magari, ad un certo punto della sua vita, appena varcata la soglia dei quaranta, avrà accusato i colpi che lui stesso si è inferto durante un percorso di vita a dir poco eccentrico e sopra le righe e si sarà posto il problema dell’espiazione.

Nulla di meglio, dunque, che scendere in campo a sostegno di un governo ancora ignoto, ma non per questo meno bisognoso di supporto.

Ma chi è Lapo Elkann?

Figlio di Margherita Agnelli e dello scrittore e giornalista Alain Elkann, nipote di Gianni Agnelli, "l’Avvocato” per antonomasia, Lapo Elkann è il rampollo di una famiglia di industriali, da cui eredita il fiuto per gli affari e l’intraprendenza, salvo poi perdere il controllo della sua privilegiata condizione e ritrovarsi coinvolto in situazioni surreali, che vanno da frequentazioni discutibili a simulazioni di sequestri, passando attraverso fasi altalenanti di sesso, droga e bancarotta, che lo condurranno ad un ricovero per overdose e conseguente scandalo.

Nel frattempo fonda delle società, crea brand e griffes di successo, mette a frutto le valide intuizioni che lo investono nei momenti di lucidità e si fregia di riconoscimenti, quali Uomo meglio vestito del mondo” per Vanity Fair, “Young Leader & Excellence Award” per l’Automotive Hall of Fame e “Success Symbol Man made in Italy”, dal Wall Street Journal.

Scendere in campo per amore del Paese, ma con quale programma?

Ora però è tempo di voltare pagina ed iniziare una nuova avventura, dal sapore patriottico, con lo spirito di chi si mette al servizio della Madrepatria senza nulla pretendere.

Questo l’intento del dandy d’Italia, che si candida a titolo gratuito e privo di bandiera politica, in quanto si direbbe “onorato di aiutare l'Italia a rilanciarsi in termini di comunicazione a livello mondiale" e sottolineando la sua disponibilità a coadiuvare “qualsiasi governo avremo da qui a un mese”.

Le sue proposte riguardano prevalentemente l’economia e le problematiche legate alla dipendenza dalle droghe. Orientato verso i giovani, il lavoro e il progresso, dunque, coltiva l’ambizioso intento di promuovere e stimolare la comunicazione internazionale e si impegna ad incoraggiare lo spirito imprenditoriale di quei talenti desiderosi di veder realizzate le proprie idee e i propri progetti. Idee e progetti che in Italia stentano a decollare, ma che altrove sembrerebbero incontrare meno difficoltà.

"Se un imprenditore vuole concretizzare idee e progetti, in Italia, deve sbattersi”, ha rivelato a “Vanity Fair”, cosa che non avverrebbe in Paesi come Francia e Germania.

E per quanto riguarda i problemi legati alla tossicodipendenza, assicura: “Oggi posso dire di essere in un buon momento”, aggiungendo di ritenersi assolutamente “capace di aiutare chi vive le stesse difficoltà che ho vissuto io". Ce lo auguriamo anche noi, per il bene del Paese.