Curiosità e consensi sono in crescita, un buon segnale per Potere al Popolo. Nato lo scorso dicembre dall'esperienza dei volontari del centro sociale 'Je so' pazzo' di Napoli, il movimento di sinistra radicale è certamente cresciuto in queste settimane, tant'è che secondo alcuni sondaggi potrebbe addirittura sfiorare l'ingresso in parlamento. Merito di una politica semplice, svolta in mezzo alla gente e diretta verso quelle fasce di popolazione che un tempo erano un fertile giardino dell'elettorato progressista. La sinistra riproposta da Potere al Popolo è quella delle origini, una forza politica che sa farsi comprendere da tutti.
Nel marasma di un centrosinistra parlamentare che perde consensi e che è andato incontro all'ennesima scissione, probabile che la proposta del nuovo movimento possa far presa. In merito abbiamo raggiunto telefonicamente Viola Carofalo, rappresentante nazionale e candidata premier, chiedendole le sue impressioni sulla campagna elettorale e facendoci spiegare alcuni punti cardine del programma.
'In Italia esiste ancora una sinistra'
Alla luce di un vento di destra che sembra soffiare sempre più forte, abbiamo innanziatutto chiesto a Viola Carofalo se in Italia, secondo le impressioni che le sta suscitando la campagna elettorale, esiste un'area culturale e politica che dica ancora 'le cose di sinistra'.
"Credo sia una questione di spazio che la stampa dedica a determinate forze politiche a darci l'impressione che ormai la gente in Italia guardi a destra - dice la rappresentante nazionale di Potere al Popolo - ma io credo sia solo una sensazione dettata dai media. In queste settimane stiamo incontrando tanta gente solidale che guarda la politica come fonte di equità sociale.
Gente che vuole cose diverse da quelle che dicono i giornali. Da parte nostra stiamo facendo il massimo sforzo possibile, siamo un piccolo movimento ma in quattro mesi siamo stati capaci di creare assemblee in 160 città che non si limitano soltanto alla campagna elettorale. Ci sono italiani che vogliono parlare di lavoro, ambiente, parità sociale e di genere.
Oltre quella che racconta la stampa, c'è anche un'altra Italia".
Lavoro e ambiente, punti cardine del programma
Potere al Popolo mette al centro del proprio programma elettorale i temi del lavoro. "Il lavoro che noi prospettiamo deve essere dignitoso, stabile e sicuro. I dati ci dicono che in Italia ci sono ancora persone che muoiono o si ammalano di lavoro e sono in crescita. Gli italiani meritano un lavoro regolamentato da leggi certe e che abbia diritti. Non si può licenziare senza giusta causa e mi riferisco all'articolo 18, non si può essere precari a vita perché l'incubo della precarietà impedisce di programmare una vita. Siamo per un lavoro a tempo indeterminato". Uguale vigore anche nella campagna sull'ambiente.
"Un'altra questione che consideriamo centrale, supportata dalla presenza al nostro interno di tanti comitati ambientalisti. L'ambiente è un bene di tutti, ci opponiamo pertanto a chi lo considera soltanto un profitto, a chi lo sfrutta ed inquina. Il futuro dell'ambiente è anche il nostro futuro e quello dei nostri figli. Potere al Popolo porta inoltre avanti programmi indirizzati a combattere qualunque disuguaglianza - aggiunge - sia essa economica, etnica o di genere, qualunque comportamento che determini una disparità di trattamento va fermato".
Il bacino elettorale
Potere al Popolo mira in particolare a quella parte dell'elettoralo deluso tanto dal Movimento 5 Stelle, quando dal centrosinistra.
"C'è gente di sinistra che vota il M5S per disperazione - spiega Viola Carofalo - perché non ha altre alternative. Altri invece continuano a votare l'area di centrosinistra perché formalmente la riconoscono come erede di una lunga tradizione politica, anche se di sinistra non ha più nulla. Il PD in Italia è riuscito a fare ciò che in termini di liberismo e distruzione dei diritti non è riuscito al centrodestra, basti citare riforme come il 'Jobs Act' e la 'Buona scuola'". Particolare attenzione viene rivolta anche al mondo dei giovani. "Vogliamo portare alle urne i giovani che votano per la prima volta, motivo per cui stiamo facendo molta campagna elettorale fuori dalle scuole. Finora tra i ragazzi abbiamo avuto riscontri molto positivi".
Le differenze con il M5S
Potere al Popolo è un movimento e, come tale, è facile fare un accostamento con i Cinque Stelle. "Noi siamo un movimento popolare - chiarisce la Carofalo - e non populista. Loro vogliono porsi come trasversali, noi siamo un movimento di sinistra e non vogliamo per forza piacere a tutti. Le nostre idee sono chiare, loro fanno discorsi poco chiari su temi come lavoro e immigrazione. Oltretutto la base popolare dei Cinque Stelle è soltanto un'illusione. Il loro movimento è gerarchico e verticale ed anche il loro sistema di voto online è puramente formale. Quando hanno scelto il candidato premier erano in lizza Di Maio e tre perfetti sconosciuti, il risultato era ovvio prima della votazione.
Noi - aggiunge - siamo inoltre per una parecipazione attiva alla politica, loro dicono agli italiani di cliccare con il mouse e poi stare tranquilli nelle loro case. Noi facciamo assemblee aperte, abbiamo comitati con i quali chiunque può partecipare in prima persona alla decisioni da prendere sul territorio di competenza. Noi siamo politica attiva, quello dei Cinque Stelle in questi anni è stato un ragionamento basato sull'antipolitica".
'LeU? Nessuna differenza con il PD'
Sono in tanti a pensare che Potere al Popolo possa in qualche modo 'saccheggiare' una parte dell'elettorato di Liberi e Uguali. Altri prospettano un possibile fronte comune qualora entrambi dovessero riuscire ad entrare in parlamento.
"Se le proposte di LeU fossero state convincenti ci andavamo prima a fare l'alleanza. Oggi non ha senso, nè prima e nè dopo le elezioni. LeU è il partito di Grasso e D'Alema, esponenti politici che hanno votato la Buona scuola o la Fornero e tutte le riforme che noi contestiamo. Non possiamo certamente definirli discontinui al PD. Al di là di ciò che Grasso e gli altri dicono in questa campagna elettorale, mi sembra che per loro parlino i fatti. Quando erano al governo non hanno fatto nulla di ciò che oggi affermano di voler fare".
L'abolizione del 41bis
Tra i punti del programma elettorale di Potere al Popolo, ha destato più di una polemica la proposta di abolizione del 41bis, il regime di carcere duro.
"Noi andiamo fieri di questo punto perché non abbiamo interesse di fomentare odio e vendette. Sosterremo questa proposta, non siamo noi che definiamo 'tortura' il 41bis, ma la Corte Europea e l'ONU. Non è impedendo ad un carcerato di cucinare i propri pasti o avere un libro in cella che si combattono le mafie, ma creando opportunità di lavoro per i giovani nelle zone disagiate e togliendo dunque manovalanza alla criminalità organizzata, evitando di creare zone grigie che possano essere occasioni di business per le mafie come, ad esempio, il regime straordinario dell'accoglienza. Per quanto riguarda il sistema carcerario nel suo complesso, deve essere un sistema rieducativo e di giusta pena e non di tortura".
Politiche sull'immigrazione
Uno dei temi focali su cui si sta dibattendo in campagna elettorale è legato ai migranti. Alcune forze politiche ne hanno fatto un cavallo di battaglia, indicando i flussi migratori come l'origine di tutti i mali. "In Italia abbiamo diritti fondamentali che ci sono negati da anni da certa politica e non certamente per colpa degli stranieri - sottolinea Viola Carofalo - ma la verità è che le politiche sull'immigrazione non sono mai state pianficate seriamente. L'accoglienza è mal gestita, volutamente, perché dietro c'è lo scopo di far lucrare sui migranti le tante false cooperative interne a questo sistema. C'è poi il disegno complessivo di abbassare i costi del lavoro e gli stranieri che arrivano in Italia, già clandestini in partenza secondo quanto prevede la Bossi-Fini, sono fragili e ricattabili, disposti per questo motivo a lavorare per pochi euro.
Un sistema che alla fine rende ricattabili anche gli italiani". Individuato il problema, per Potere al Popolo il rimedio potrebbe essere quello di potenziare le strutture locali che si occupano di immigrazione. "L'accoglienza non deve essere gestita dalle prefetture, ma dagli enti territoriali, comuni e regioni che meglio conoscono l'esigenza di ogni singolo territorio. Quando infili tutte queste persone che vengono già da situazioni difficili in grandi ed affollati centri con altre duecento o trecento persone, alla fine hai creato un ghetto che, realmente, può avere problemi di integrazione con la popolazione locale. Se, al contrario, l'accoglienza viene diffusa e pianificata, allora può diventare una risorsa.
Ma questo lo dice anche Confindustria e, sebbene non sia certamente un mio riferimento ideologico, è pur sempre un parere autorevole".
'L'Italia non è razzista, ma può diventarlo'
Il tema dell'immigrazione è certamente connesso a quello di una crescente intolleranza, secondo Viola Carofalo però l'Italia non è ancora un Paese razzista. "Il razzismo c'è - sottolinea - ma è anche fomentato. Se parte della stampa e della politica continuano a dire che tutti i problemi del Paese sono legati agli stranieri, ci saranno sempre più persone che abboccheranno a questa retorica. Quando accaduto a Macerata è un esempio: se le più alte cariche dello Stato, a parte il presidente Mattarella, hanno collegato quel vile attentato fascista alla presenza degli immigrati, credo sia inevitabile fomentare il razzismo. Io credo pertanto che l'Italia non sia ancora un Paese xenofobo, ma se per giustificare ogni problema si tirano in ballo gli stranieri, rischia seriamente di diventarlo".