Recentemente ha fatto e sta facendo discutere il caso di un nuovo fotomontaggio che riguarda la presidentessa della Camera e politica del partito di sinistra 'Liberi e Uguali' Laura Boldrini. Tale fotomontaggio risulta assai orribile e mostra la stessa Boldrini decapitata e con la testa insanguinata. Bisogna dire che da diverso tempo la Presidente della Camera è bersaglio di fotomontaggi e messaggi d'odio diffusi nel web, messaggi e fotomontaggi che vanno ben oltre la legittima critica alla stessa politica di sinistra.

Le scuse del 58enne che ha condiviso la foto: 'Non accadrà mai più'

Per la diffusione della brutta foto è stato indagato il 58enne Gianfranco Corsi, residente a Mongrassano. Per l'uomo è arrivata una denuncia per minacce aggravate e lo stesso Corsi ha spiegato di non aver creato il fotomontaggio, ma di averlo semplicemente condiviso in un momento di forte rabbia. Come riportato da un articolo pubblicato sulla testata giornalistica 'Libero', il 58enne si è anche scusato con la Boldrini e ha sostenuto che un episodio del genere non accadrà mai più. Stando sempre allo stesso articolo scritto su 'Libero', l'uomo ha affermato di non essere un estremista e di considerarsi politicamente vicino al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

La differenza tra la legittima critica e l'insulto gratuito

Come già sostenuto, il fotomontaggio della Boldrini è di natura alquanto sgradevole e orribile. Su ciò, ci sarebbe da dire che la diffusione di esso e gli insulti gratuiti rivolti alla politica di sinistra sono di cattivo gusto e politicamente assai inutili. Difatti, la legittima critica politica dell'operato della stessa esponente di 'Liberi e Uguali' è l'unica strada funzionale alla messa in discussione dell'attuale governo e delle sue politiche, governo in cui la Boldrini è uno dei più importanti rappresentanti.

Sul tema, ci sarebbe anche da dire che probabilmente potrebbe considerarsi eccessivo l'arresto di chiunque diffonda orrendi fotomontaggi o tremendi insulti gratuiti verso i politici.

Il fatto è che la lotta al cosiddetto 'hate speech' non dovrebbe esclusivamente puntare sul lato meramente repressivo, ma sopratutto su un piano culturale e educativo.

Difatti, un approccio maggiormente consapevole all'educazione e una maggiore diffusione della cultura potrebbero risultare i mezzi più efficaci per contribuire a migliorare l'Italia e i suoi cittadini.