Il 68,45% degli italiani ha votato contro il sistema politico e sociale vigente nel nostro paese, oppure ha deciso di optare per l’astensione in segno di protesta o di totale disaffezione nei confronti della classe dirigente. È questo il risultato più clamoroso che emerge dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Ma da dove viene fuori questo numero che i mass media non riportano? La risposta è presto data. Bisogna sommare il totale degli astenuti, che ammonta al 27,1% dell’elettorato, ai voti relativi ottenuti dai cosiddetti partiti antisistema che, però, non vanno calcolati partendo da una base del 100%, ma dal 72,9% dei votanti.

Il calcolo potrebbe sembrare complicato, ma basta fare un attimo due conti per capire come sono veramente andate queste elezioni.

Le percentuali, relative e reali, di M5S e Lega

Persino i temuti Mercati e le cancellerie dell'Unione Europea hanno ormai escluso il pericolo di una svolta autoritaria in Italia dopo le Elezioni politiche. Soprattutto il Movimento 5 Stelle, guidato dal candidato premier Luigi Di Maio, non viene più considerato un movimento politico potenzialmente antisistema. Ma anche la Lega di Matteo Salvini è meno temuta di quanto si possa pensare, dopo la svolta salviniana moderata sull'uscita dall'Euro. Ciò non toglie che chi ha votato per Di Maio o Salvini lo abbia fatto perché non è soddisfatto dell’Italia in cui vive, soprattutto per quanto riguarda i temi del Lavoro e della Sicurezza.

Logico, dunque, inserire le due forze politiche nel novero degli ‘anti’. E così, il sorprendente 32,7% ottenuto dai 5 Stelle alla Camera si trasforma nel 23,83% degli italiani che hanno voluto esprimere un voto di protesta (basta dividere il 72,9% dei votanti per 100 e moltiplicare il risultato per il 32,7 del M5S). Stesso calcolo va fatto per la Lega, il cui 17,4% relativo, diventa un effettivo 12,7%.

Con 'l'aggravante' di aver superato il 'moderato' Berlusconi alla guida del centrodestra.

Gli altri partiti e il risultato finale

Della schiera dei cosiddetti partiti antisistema fa parte anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni il cui 4,3% relativo ottenuto alla Camera si trasforma nel 3,1%. L’estrema sinistra di Potere al Popolo strappa un 1,1% che diventa 0,8%. L’estrema destra, infine, considerando la somma di CasaPound (0,9%) e Forza Nuova (0,4%), con il suo 1,3% porta alla causa lo 0,95%. Numeri che sommati danno la cifra iniziale del 68,45%.