Siamo nel bel mezzo di un periodo di incertezza sul piano istituzionale dopo il risultato delle recenti Elezioni politiche.

Il quotidiano Il Giornale sostiene che l'esito del voto ha favorito paradossalmente il "ritorno del regno delle due Sicilie" al Sud e la "rinascita dei Savoia" al Nord. In effetti, il centrodestra fa cappotto di collegi uninominali al Nord, tranne ristrette aree, e la stessa cosa vale per parte della Toscana dell'Emilia dell'Umbria, che operano una svolta storica a livello di schieramento, e alcune zone della Calabria. Il meridione d'Italia è, al contrario, colorato di giallo per la netta vittoria del Movimento 5 Stelle.

La spaccatura fra le due aree geografiche dimostra che il paradosso esiste fino a un certo punto.

I problemi dell’aritmetica governativa

Il centrodestra può contare al massimo su 270 seggi alla Camera dei deputati e gliene mancherebbero poco meno di cinquanta per raggiungere la maggioranza di 316. Il Movimento 5 Stelle dispone di circa duecentotrenta seggi e deve ricercarne quasi novanta per poter governare in modo autonomo. Discorso leggermente diverso al Senato, dove Lega, Forza Itale e Fratelli d'Italia sono più vicini alla maggioranza ma mancherebbero comunque all'appello una ventina di seggi, a differenza del 5 Stelle che dovrebbe conquistarne circa il doppio per arrivare a quota 158.

La posizione del Movimento 5 Stelle e del centrodestra

Luigi di Maio, in qualità di aspirante premier, punta a realizzare un governo con chiunque ne accetti i punti programmatici ma deve fare i conti con chi difende la diversità politica del movimento, anche a scapito della governabilità. Le prese di posizione dei 5 Stelle contro opere strategiche, come il terzo valico ad alta velocità e capacità ferroviaria tra Genova e Milano, ostacola l’intesa con il centrodestra che punta nella direzione opposta, sostiene la flat tax e teme che Di Maio possa inasprire la pressione fiscale per sostenere nuova spesa pubblica, a partire dal reddito di cittadinanza.

Il ruolo catalizzatore degli eletti del Partito Democratico

Un governo politico può nascere se il Movimento 5 Stelle o lo schieramento di centrodestra troveranno un accordo con il Partito democratico che è il grande sconfitto elettorale ma, allo stesso tempo, un possibile sostegno. Tuttavia, gli accordi potrebbero essere condotti solo con una parte dei parlamentari del Pd, considerando che Matteo Renzi ha lasciato la segreteria, ma conta sull'appoggio dei fedelissimi per scongiurare la nascita di un governo a trazione 5 Stelle o guidato da Matteo Salvini.

Gli italiani tra venti e cinquant'anni sono il convitato di pietra della trattativa

Gli ultimi dati ISTAT confermano un trend in ripresa ma i cinquantenni soffrono più di tutti la crisi occupazionale anche se i più giovani non stanno meglio, considerando che 55% degli italiani tra 18 e 34 anni lavora saltuariamente e ha bisogno del sostegno dei genitori, mentre 6% sopravvive grazie alla pensione dei nonni. Un governo tecnico rigorista modello Mario Monti, sarebbe oggi quasi impossibile da sostenere, mentre un esecutivo istituzionale, che nascesse per impulso del capo dello Stato Sergio Mattarella, dovrebbe avere un programma e una maggioranza chiari, al momento non definibili.

Uno scenario insidioso sul piano politico e una matassa ingarbugliata per il Quirinale

Luigi di Maio, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, dovranno muoversi con i piedi di piombo tra il Nord che privilegia sgravi fiscali e sburocratizzazione mentre il Sud spera, sia nel rilancio economico, sia nel reddito aggiuntivo per alleviare la disoccupazione che marcia a ritmi doppi rispetto al resto del Paese. Sergio Mattarella si appella al senso di responsabilità ma, non a caso, anche al bene dei cittadini, sempre più insofferenti verso la politica e spesso ostili verso il rigore senza crescita di Bruxelles che mina l'equilibrio europeo e agisce come detonatore aggiuntivo della protesta.