Dopo la due giorni di consultazioni al Colle, i riflettori si abbassano ed è il momento di lavorare tra i salotti romani con un dialogo reale e concreto per la nascita di un esecutivo stabile e di una squadra di governo che sia in grado di prendere in mano le redini di questo Paese.
Salvini fedele al Cav
Matteo Salvini si fa vedere ottimista dichiarando di non voler rinunciare all'intesa vincente con Forza Italia e Fratelli d'Italia: "La coalizione vincitrice è il centrodestra - ha detto - chiedo di ragionare su programmi non su veti, il paese deve ripartire e deve farlo attraverso il taglio delle tasse, lo stop degli sbarchi, l'eliminazione della legge Fornero".
Il Leader del Carroccio ha poi concluso escludendo ogni ipotesi di governo tecnico: "Piuttosto che un governicchio torniamo subito alle urne".
Veti e spiragli tra azzurri e pentastellati
Continua intanto la guerra a suon di veti e contro-veti tra Movimento 5 Stelle e Forza Italia ma con qualche spiraglio. Per i primi qualche giorno fa è intervenuto in un programma Rai il capogruppo alla Camera Toninelli che ha detto che l'unico possibile premier è Luigi Di maio e rilancia "il contratto alla tedesca".
Per Forza Italia nel weekend sono intervenuti sia la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini che il governatore della Liguria Giovanni Toti: la prima prova a difendere la stabilità del Centrodestra unito, il secondo invece è intervenuto a Radiocapital e, fermo restando la centralità della coalizione vincitrice, apre al dialogo con il partito di GRILLO.
Con la buona volontà si può trovare un accordo con i Cinque Stelle, magari non per cinque anni ma sarebbe già un buon traguardo" ha detto il fedelissimo di berlusconi, facendo così intendere che non ci sia la volontà dell'ex premier del centrodestra di porre un nuovo veto a Di Maio in risposta al suo "No a Berlusconi".
La svolta?
Per i Cinque Stelle è la prima volta che si approcciano a questi dialoghi per trovare un accordo sulle cariche più importanti del Paese, e la poca esperienza e la scarsa diplomazia di alcuni dei suoi esponenti potrebbe punirli.
Dalle parole di Toti si può poi leggere un messaggio fra le righe: ognuno rinuncia a qualcosa, vedi ad esempio a Di Maio premier. Potrebbe essere proprio questa la svolta, con un passo indietro del leader politico del movimento la situazione potrebbe sbloccarsi e potrebbe esserci un'intesa su un nome condiviso e un governo composto da uomini di Centrodestra ed esponenti Cinque Stelle. In sostanza i 5s si spartirebbero le poltrone, proprio come hanno fatto con i presidenti e gli uffici di presidenza dei due rami del parlamento.