Continua la fase di stallo per formare una maggioranza di governo. Tra il 4 e il 5 aprile si è svolto il primo giro di consultazioni, con il Presidente Mattarella che ha ricevuto i rappresentanti dei partiti del neo-eletto Parlamento per sondare posizioni e disponibilità. Secondo giro di colloqui non prima della metà della settimana prossima. Ma prima andiamo a capire perché le consultazioni sono fondamentali, specialmente (come nel nostro caso) se non si ha una maggioranza in Parlamento.
Cosa sono le consultazioni?
Svolte dal Presidente della Repubblica, le consultazioni sono una procedura in via informale in cui si apre il procedimento di formazione del Governo.
In questa fase il Capo dello Stato incontra i presidenti dei gruppi parlamentari, accompagnati dagli esponenti più significativi dei rispettivi partiti, in genere i segretari dei partiti politici; alle consultazioni prendono parte anche i presidenti delle due Camere, più per una ragione di rispetto formale, nonché tutte le altre personalità che ritenga utile sentire, come per esempio gli ex Presidenti della Repubblica. Se dopo tre giri di consultazioni non si riuscisse a trovare un’intesa per una maggioranza, il Capo dello Stato può indicare una personalità, ritenuta la più idonea a formare il Governo, a cui verrà conferito un pre-incarico, e che dovrà compiere i suoi sondaggi tra i partiti per verificare se è possibile indicare una maggioranza che sostenga un governo.
La medesima cosa accade in caso di "mandato esplorativo", che però viene conferito ad un soggetto super partes. Una volta individuata una maggioranza parlamentare, il Presidente conferisce l’incarico alla personalità indicata dalle forze politiche come in grado di trovare i voti necessari per ottenere la fiducia.
Come sono andate
Come ben sappiamo dal voto del 4 marzo, le speranze di governo possono essere riposte nei due poli che hanno ottenuto una maggioranza relativa: il Movimento 5 Stelle e la coalizione di centrodestra (formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia). Da soli infatti questi due poli non sono riusciti ad ottenere una maggioranza per formare un governo, si dovrà dunque ricorrere ad alleanze tra partiti diversi.
Un terzo polo è poi rappresentato dai parlamentari del PD che, nonostante possano svolgere un ruolo attivo e fare da ago della bilancia tra i due poli vincenti, hanno più volte dichiarato che non prenderanno parte ad un governo bensì rimarranno all’opposizione.
Da questo primo giro è emerso il ruolo centrale del M5S, il quale essendo il partito che ha ottenuto più consensi, ed avendo una posizione politica che non si può definire né di destra né di sinistra, può trovare alleati in tutti gli schieramenti politici. All’uscita dalle consultazioni il capo politico Di Maio ha infatti dichiarato che la proposta del M5S è quella di stipulare: “un contratto di Governo che permette alle forze politiche di stabilire temi, tempi e procedure per risolvere le questioni più importanti”.
Dicendo ciò ha anche indicato PD o Lega come possibili interlocutori di questo contratto, escludendo di fatto Forza Italia, ben sapendo che un eventuale governo con il partito di Berlusconi farebbe crollare i consensi del M5S. Allo stato attuale, però, un’alleanza con il PD sembra impossibile per via della posizione presa da questi ultimi, come improbabile pare un’alleanza con la Lega, visto che significherebbe rompere la coalizione di centrodestra.
Centrodestra che comunque fa trapelare alcune crepe tra i partiti che lo compongono. Mentre Salvini propone un governo che parta dalla coalizione e che coinvolga il M5S, Berlusconi chiude invece ogni ipotesi di dialogo con i grillini che rappresentano: “invidia, odio sociale, pauperismo e giustizialismo”, dando invece disponibilità per la creazione di un governo “con una figura di alto profilo” che porti avanti un programma condiviso.
Ipotesi esclusa sia dal M5S che dalla Lega i quali non appoggerebbero un governo di larghe intese.
Infine il PD che tramite il segretario reggente Martina ha ribadito che “chi ha vinto le elezioni dovrà farsi carico del governo”, escludendo ulteriormente la loro partecipazione. Sempre nel centrosinistra vi è poi Liberi e Uguali che tramite il suo leader, Pietro Grasso, ha dato disponibilità ad un governo del M5S.
Sebbene le ipotesi di alleanze siano varie, le diverse ideologie e le discusse personalità, almeno per ora, impediscono la creazione di un governo, con il Presidente Mattarella che ci dà appuntamento alla prossima settimana.