Su tredicimila dipendenti della Regione Sicilia, ben 2.350 usufruiscono della legge 104, rivolta a tutti i dipendenti pubblici e privati che necessitano di assistere un familiare in età avanzata o affetto da disabilità e che garantisce una serie di permessi lavorativi, finalizzati alla cura del familiare in questione.

Questo il singolare bilancio di una realtà verificata e denunciata dallo stesso presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. E non si tratta della conseguenza di una minacciosa epidemia di svariate disabilità, ma piuttosto del risultato dell’abilità nell’aguzzare l’ingegno da parte di certi “lavoratori” in cerca di espedienti.

Prendendo spunto da un famoso film di Ficarra e Picone, anzi arrivando a superarne in qualche punto la sceneggiatura, alcuni dipendenti della Regione Sicilia hanno messo in pratica la scena madre, quella in cui i due furbetti iniziano ad architettare il loro piano: farsi adottare dagli anziani del paese, meglio ancora se malati.

Numeri significativi

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha rivelato ai giornalisti presenti in sala la strana condizione nella quale si ritrova una quantità sospetta di dipendenti. In seguito a una verifica su tredicimila lavoratori, infatti, pare che più di duemila godano dei benefici della legge 104 del 1992. Solo nel corso del 2016, in Sicilia, grazie a questa legge, sono stati utilizzati 169.496 permessi, suddivisi in 80.659 giornate richieste da dipendenti uomini e 88.837 richieste da dipendenti donne.

Oltre a questo occorre considerare che vi sono anche 2.600 dipendenti dirigenti sindacali che, a detta del presidente, “non possono essere distaccati”.

Adozioni ‘mirate’

Ma il nodo della questione non è tanto il complesso calcolo dei numeri, già di per se penalizzante relativamente al bilancio economico, quanto l’escamotage utilizzato per accedere a tali “privilegi”.

Musumeci sostiene a tal proposito che qualche lavoratore sprovvisto di congiunto disabile si sia fatto “adottare” per ottenere i benefici previsti dalla legge. In tutto questo caos, l'impossibilità di reperire professionisti e tecnici fra i tredicimila dipendenti giocherebbe un ruolo fondamentale, dal momento che, tra l’altro, non si può “trasferire personale da un ufficio all'altro" oltre un raggio di 50 Km e, tra un paio d’anni al massimo, circa tremila dipendenti dovranno andare in pensione.

Durante l'intervento in sala stampa, il presidente ha segnalato la grossa difficoltà di mettere insieme un sistema “sano” esente da corruzioni e tentazioni illegali e si è detto fiducioso nella collaborazione da parte delle organizzazioni sindacali.

“Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”, ha evidenziato. “Il tempo dei giochetti e dei ricatti reciproci è finito”. E per ciò che concerne i nuovi concorsi alla Regione, ha affermato: “Il tema va affrontato col governo nazionale”. In attesa che si formi.