Live trattative nuovo governo: Mattarella fissa le seconda consultazioni

- Movimento 5 Stelle e Lega sarebbero vicini all'intesa per la nomina di Giancarlo Giorgetti alla presidenza della Commissione speciale. Del Rio insorge: "E' chiaro che esiste un accordo spartitorio tra M5S e Lega al quale non partecipiamo. Noi nel 2013 lasciammo all'opposizione la presidenza della Commissione, mentre oggi questo criterio non viene rispettato".

- Direttamente da Termoli arrivano le parole di Di Maio che pone il veto all'ipotesi di un premier terzo: "Sento da più parti dell'ipotesi di Cottarelli, Severino, Cantone o altri a Palazzo Chigi, ma non hanno preso nessun volto.

Non si sono candidati e, pur rispettando la loro posizione, non capisco perché mi si venga a dire 'tu che hai preso 11 milioni di voti devi fare un passo indietro'. Secondo voi in Europa avrebbe più credibilità un premier che ha preso zero voti o uno che ne ha presi 11 milioni?".

- Sergio Mattarella ha deciso la data delle nuove consultazioni che si terranno nella giornata di giovedì e venerdì, quando il Presidente della Repubblica ascolterà per la seconda volta i leader delle forze politiche, alla ricerca di una maggioranza che possa dar vita ad un nuovo governo. Questa volta però, rispetto alla prima tornata di consultazioni, il Capo dello Stato ascolterà prima le forze politiche (giovedì) e poi le cariche istituzionali (venerdì).

- Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Matteo Renzi avrebbe chiuso la Fondazione Open, vale a dire la cassaforte che ha finanziato la sua scalata Politica: la svolta sarà ufficializzata a breve dal consiglio di amministrazione. Ma perché l'ex premier ha chiuso Open? Da più parti si sussurra come Renzi abbia deciso di chiudere una pagina, per aprirne un'altra, magari creando un nuovo partito a tempo debito.

- Maurizio Martina interviene a RTL e parla dell'ipotesi di un Renzi intenzionato a dar vita ad un nuovo partito: "In questo momento il tema non deve essere quello di andare oltre il PD. Non abbiamo bisogno di formule divisive e di ennesimi contenitori. Il tema al centro del dibattito deve essere il rilancio del nostro progetto, non si tratta di una questione di andare indietro o di andare oltre.

Renzi è un'energia per questo partito e per il Paese. Abbiamo lavorato insieme, quando si governa è chiaro che si possono commettere degli errori, ma questo non deve cancellare la consapevolezza che abbiamo fatto tanto. L'energia espressa in questi anni resta un valore".

- Intervista dal Corriere della Sera, Giovanni Toti ha detto la sua sul nuovo governo e sul futuro di Forza Italia: "Non si può che partire dalla coalizione e del partito che hanno vinto le elezioni. Il PD è stato severamente punito e non sarebbe comprensibile per gli elettori un'alleanza con loro. Il centrodestra ha vinto le elezioni e deve esprimere il premier, salvini. Si deve partire dal nostro programma per confrontarsi con il M5S.

Partito unico nel futuro di Forza Italia? Credo che sia l'approdo necessario per le forze politiche che vogliano affrontare il futuro: sarebbe una semplificazione eccezionale, ed elettoralmente una risposta ai cittadini che chiedono di poter scegliere con chiarezza da chi essere governati. Prima di arrivarci però, serve una ristrutturazione profonda di FI e delle forze spesso civiche che ruotano attorno".

- Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, Sergio Matterella starebbe pensando ad una soluzione per uscire dalla crisi, giocandosi la carta finale del terzo uomo (o donna), per comporre una maggioranza e un governo, vale a dire ad un profilo diverso da quelli di Luigi Di Maio o Matteo Salvini.La prima soluzione esplorata dal capo dello stato sarebbe quella di cercare risposta nelle sedi parlamentari, partendo cioè dai Presidenti delle due Camere, vale a dire Roberto Fico (Camera) e Elisabetta Alberti Casellati (Senato).

Dire di no ad una scelta istituzionale infatti, non sarebbe facile per i partiti. Dopo la strada istituzionale però esiste quella politica, vale a dire quella di trovare una soluzione all'interno delle forze di maggioranza, annullando i veti. In questa ottica, il leghista Giancarlo Giorgetti, potrebbe andare a Palazzo Chigi, con la benedizione di Salvini e l'appoggio di dei 5 Stelle o, in alternativa, l'apertura del PD- Se invece dovesse aprirsi un dialogo tra i grillini e il PD, il nome di Giovanni Maria Flick, già Presidente della Corte Costituzionale, potrebbe rappresentare una valida candidatura. Fuori dai confini italiani poi ci sarebbero altre due figure istituzionali che potrebbero essere chiamate come riserva della Repubblica: vale a dire Mario Draghi o Antonio Tajani.

- In casa PD ci avvicina all'Assemblea del 21 aprile e in queste ore circola un'indiscrezione svelata da "La Repubblica": da pare Renziana infatti, starebbe prendendo piede l'ipotesi di un'assemblea senza conclusioni, con un voto dei delegati che rinvii le decisioni ad una nuova riunione che si dovrebbe tenere al termine della crisi politica. Al momento però il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, sarebbe contrario a questa ipotesi.

Di Maio ha deciso di non votare Boccia: trattative in diretta

- Secondo quanto riportato dall'edizione odierna di "La Repubblica", la trattativa tra il PD e il M5S per la formazione del nuovo governo procede a rilento: un modo per imprimere un'accelerazione poteva essere quello di votare Francesco Boccia nelle votazioni che si terranno quest'oggi sulla presidenza della Commissione Speciale.

Alla fine però Di Maio avrebbe deciso di non votare Boccia e di mantenere l'accordo che era stato sancito con la Lega per due motivi: il primo è che non può essere il Movimento 5 Stelle a dare l'idea di essere il primo a rompere i patti già conclusi a livello parlamentare. Inoltre, nonostante i toni dello scontro si siano alzati oltre il livello di guardia, rompere definitivamente le trattative con la Lega non sarebbe nelle intenzioni di Luigi Di Maio.

Live nuovo Governo: arriva la rottura tra Di Maio e Salvini

Nei giorni scorsi l'alleanza tra il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini per la formazione di un nuovo governo sembrava essere vicina alla conclusione. Il veto dei grillini ad un'alleanza che includesse anche Silvio Berlusconi però, sta rappresentando un ostacolo davvero molto complicato da superare, con le posizioni delle forze politiche molto distanti tra loro.

Nella giornata di ieri Matteo Salvini - intervenuto nel corso di una visita in Friuli Venezia Giulia dove si era recato per appoggiare il candidato del Carroccio alle prossime elezioni regionali - si era lasciato andare a delle dichiarazioni che lasciavano ben sperare chi spera nella formazione di un nuovo governo: "C'è il 51% di possibilità di formare un governo tra centrodestra e Cinquestelle". Dopo le parole del leader della Lega, è arrivata la netta chiusura di Di Maio che su Twitter ha chiuso la porta ad un'alleanza che preveda la presenza di Silvio Berlusconi.

Dopo la netta chiusura di Di Maio, è arrivata la piccata risposta di Salvini, il quale - intervenuto a margine di un comizio a Spilimbergo (Friuli Venezia Giulia) - ha dichiarato: "Di Maio, in questo momento, mi interessa meno di zero".In serata poi, il leader del Carroccio ha rincarato la dose, aprendo all'ipotesi di nuove elezioni:

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